Tragico schianto dopo la notte in discoteca, Alberto si risveglia. Medici fiduciosi, a breve lascerà la rianimazione
Ora è cosciente
CASTELFRANCO - Non si trova più nello stesso ospedale dove era stato ricoverato, perchè è stato trasferito all'ospedale di Castelfranco Veneto, ma le conseguenze dell'incidente stradale avvenuto all'alba di venerdì lungo la Treviso Mare, a Musile di Piave, lasceranno un segno indelebile in Alberto Antonello, 19 anni.
Uscito dopo tre giorni dal coma farmacologico, dovrà accettare che l'uscita di strada della sua Mercedes, guidata nonostante la patente ritirata, abbia causato la morte della fidanzata, Giulia Zandarin, 18 anni, che gli sedeva accanto. Il suo funerale si terrà domani alle 10.30 nel Duomo di Castelfranco Veneto, residenza dei due giovani.
Il rito sarà officiato da don Franco De Marchi, assecondando il desiderio di Renata, la mamma di Giulia. Sono attese migliaia di persone, molte delle quali erano amiche della giovane, definita da tutti "un angelo, splendida e buona". Il fidanzato è indagato per omicidio stradale e tra domani e giovedì sono attesi gli esiti degli esami tossicologici che dovranno accertare in quale stato fosse al momento dello schianto.
Sarà una perizia, disposta dalla Procura, a chiarire poi gli aspetti ancora oscuri dell'accaduto. Il pm nei prossimi giorni conferirà gli incarichi ai consulenti tecnici per ricostruire la dinamica dell'incidente. La sera prima, durante un controllo della Polizia, Alberto è stato trovato in possesso di una piccola dose di hashish e nella sua auto, oltre a lui, viaggiavano altre cinque persone.
Per questo gli era stata ritirata la patente e consegnato un permesso per guidare fino a casa. Antonello, invece, aveva raggiunto una discoteca e solo al mattino successivo con Giulia si era rimesso al volante per rientrare a Castelfranco. Appena ha aperto gli occhi all'ospedale all'Angelo di Mestre, il giovane ha chiesto insistentemente della fidanzata. Non ricevendo risposta - e forse intuendo quale fosse stata la sorte della ragazza - ha urlato e si è agitato al punto che è stato nuovamente sedato.
"Il quadro clinico, sotto continuo monitoraggio - spiega la direzione dell'ospedale - evolve e il paziente è ora cosciente. I medici, pur valutando come ottimale il decorso, si riservano per ora la prognosi". Gli stessi sanitari sono fiduciosi sul decorso di salute di Alberto, tanto che non escludono che possa lasciare tra non molto il reparto di rianimazione e l'ospedale veneziano. Il ragazzo è figlio di Franco Antonello, l'imprenditore che aveva lasciato il lavoro dopo che al figlio maggiore, Andrea, era stato diagnosticato l'autismo. Alla storia di padre e figlio si è ispirato il romanzo "Se ti abbraccio non aver paura", di Fulvio Ervas e recentemente anche il film di Gabriele Salvatores, "Tutto il mio folle amore", presentato all'ultima Mostra di Venezia. Inutile tentare di parlare oggi con Franco Antonello, che dopo il primo sfogo a difesa del figlio si è chiuso nel silenzio. "Mio figlio in coma non è un criminale" si limita a ripetere l'uomo.