"Treviso è al limite, cittadini costretti a percorrere fino a 100 chilometri per esami sanitari"
La denuncia del consigliere del Pd Andrea Zanoni
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TREVISO - Da Quinto di Treviso e Motta di Licenza per fare visite ed esami in tempi ragionevoli dato che a Treviso non si riesce a evadere tutte le impegnative a scadenze accettabili. La denuncia, sollevata dai cinque circoli del Pd “Altosile” di Istrana, Morgano, Paese, Quinto di Treviso e Zero Branco, è stata ripresa dal consigliere regionale, Andrea Zanoni, Pd, che ha presentato un’interrogazione in cui si chiedono interventi “per garantire il pieno diritto alla salute”.
“L’eccellenza veneta è quella che obbliga migliaia di persone a percorrere anche 100 chilometri, andata e ritorno, per sottoporsi a esami e visite. È un’emergenza che mi auguro il governatore Zaia affronti seriamente, anziché liquidare tutto, come ha fatto altre volte, invitando a restituire il libretto sanitario e farsi curare in altre Regioni”, attacca Zanoni. “Sicuramente il governatore è a conoscenza della situazione, visto che il coordinamento dei cinque circoli Pd ‘Altosile’ gli ha inviato una lettera dettagliata chiedendo un incontro. I cittadini di quell’area lamentano disagi costanti perché sono costretti ad andare a Motta di Livenza o Oderzo per fare visite ed esami in tempi ragionevoli, visto che Treviso non riesce a evadere tutte le impegnative a scadenze accettabili". Un disagio anche per i familiari che devono accompagnare gli anziani, prendendosi un permesso da lavoro oppure trovargli un trasporto a pagamento.
"A confermare le difficoltà - continua il consigliere del Pd - è anche il direttore generale dell’Ulss 2 che ha dichiarato come i poliambulatori di Borgo Cavalli siano al limite della capacità ricettiva, sottolineando la necessità di nuovi spazi, escludendo però la cittadella sanitaria di Ca’ Foncello”. “È impensabile - continua Zanoni - che persone malate, soprattutto anziane, siano costrette a sobbarcarsi 100 chilometri per sottoporsi a un esame senza dover attendere mesi e mesi. Non vorremmo che questi disservizi derivassero dalla coperta troppo corta del bilancio regionale, su cui gravano i 300 milioni, non previsti, per la Superstrada Pedemontana. È un diritto dei cittadini usufruire di servizi entro una distanza ragionevole, invece si trovano a dover sommare disagio a disagio. E l’alternativa non può essere il ricorso al privato, sempre più frequente per chi può permetterselo”.