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28 marzo 2024

Treviso

A Treviso un imbianchino anonimo copre di bianco le pubblicità: "Riposta alla giungla di manifesti"

Carta bianca in piazza Duomo, alla stazione ferroviaria fino alle piscine di Santa Bona

| Isabella Loschi |

immagine dell'autore

| Isabella Loschi |

imbianchino anonimo

TREVISO - Immagini pubblicitarie, slogan, promozioni di prodotti, servizi e cibo. Passeggiando lungo strade, vie e piazze di Treviso, sempre di più ci si imbatte in pubblicità che ci vengono “sparate” addosso da enormi cartelloni colorati, a volte invasivi, posizionati negli spazi urbani.

Ed ecco che a fare un pò d’ordine in questa giungla di colore e slogan, è arrivato “l’imbianchino anonimo”. Così si definisce l’autore, o gli autori, che da qualche giorno hanno lasciato la loro firma in città, coprendo espositori pubblicitari e manifesti con carta completamente bianca. Il foglio completamente bianco, vuoto, salta subito all’occhio. Solo sul fondo una piccola frase scritta in stampatello nero: "Che mondo sarebbe senza?", "Più bianco non si può", che richiamano alcuni famosi slogan pubbliciari.

Borgo Cavour

L’imbianchino anonimo ha scelto diversi punti della città per lanciare la sua opera provocatoria: dalle pensiline della stazione ferroviaria, a piazza Vittoria, passando per borgo Cavour, piazza Duomo e arrivando anche alla recinzione delle piscine comunali di Santa Bona.

“Treviso, come molte città, soffre e sopporta un’invasione sempre più massiccia di immagini - spiega l’imbianchino anonimo - in particolar modo, di pubblicità affissa ovunque nelle nostre strade, alle fermate degli autobus, sui mezzi pubblici, di fronte ai monumenti storici e nelle piazze. Quali sono le condizioni di uno spazio pubblicitario, quali istanze legittimano tali condizioni, quelle in cui pochi parlano, mente milioni ascoltano? Quelle in cui il paesaggio non è preso in considerazione? E quelle in cui il fatturato e il potere fanno da padroni al potere dell’azione e alla libertà artistica di visione, parola e pensiero?”

La città - spiega il misterioso autore - non può essere ridotta a fare da sponsor, da contenitore e da spazio per la promozione dei più svariati brand. La giungla di manifesti non può divorare lo spazio urbano e non può rubare la scena all’arte. Alla saturazione della pubblicità, allo sfruttamento del paesaggio, alla sovrabbondanza, all’inquinamento visivo è necessario dare risposta”.

Piazza Duomo

 


| modificato il:

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Isabella Loschi

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