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19 aprile 2024

Treviso

Truffe anziani: 185 episodi nel Nordest, anche verso disabili

Finte ristrutturazioni il pretesto, arrestato dai carabinieri. Il 57enne colpiva anche a Treviso

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Truffe anziani: 185 episodi nel Nordest, anche verso disabili

TREVISO - Un uomo di 57 anni, originario di Venezia, è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Trento nell'operazione 'Ghost shower'. L'accusa è di avere commesso 185 truffe, tutte ai danni di persone anziane, malate, o disabili, anche in provincia di Treviso, oltre che in quelle di Trento, Belluno, Feltre, Venezia e Vicenza, con capatine anche a Ferrara e Udine.

L'uomo, attraverso l'impresa individuale Nord Italia Services - attiva dall'inizio del 2014 - avrebbe intascato circa 20.000 euro al mese (i carabinieri parlano di 500.000 euro complessivi), promettendo interventi di ristrutturazione al bagno con la fornitura di sanitari attrezzati per anziani e disabili, come piatti doccia e vasche da bagno con speciali maniglie, senza però ultimare i lavori promessi, pur avendo intascato un cospicuo acconto, che normalmente si aggirava sui 1.500 - 2.000 euro.

L'uomo, secondo le indagini iniziate dai carabinieri di Canal San Bovo, in Trentino, grazie alle denunce di cinque persone che erano state raggirate, avrebbe preso in giro non soltanto la sua clientela - che contattava trovando i numeri sugli elenchi telefonici delle varie zone e di cui appuntava cinicamente particolari fisici, età e punti deboli - ma anche ignari fornitori di materiali da cui si riforniva, salvo poi non pagare e utilizzare gli oggetti per fiere espositive.

 

Come a Longarone, in Veneto, dove tentava, sostengono gli investigatori, di agganciare altri clienti. Tra i truffati anche 12 artigiani sparsi per tutto il Nord Est, cui il 57enne chiedeva di sistemare i lavori da lui iniziati e mai terminati per dare una parvenza di normalità alla situazione e calmare gli animi dei clienti, salvo poi evitare di pagarli. Nel tranello sarebbero cadute anche delle ragazze - una decina in tutto - che nel corso degli ultimi due anni e mezzo circa hanno lavorato come telefoniste nel call center organizzato dall'uomo per rintracciare i clienti, senza però essere pagate. Una situazione che i carabinieri sono riusciti a ricostruire con pazienza e puntuali accertamenti, tanto da riuscire ad unificare in un unico procedimento le decine e decine di episodi verificati.

L'uomo si trova ora in carcere a Venezia: è quello della città lagunare il foro competente, poiché la gran parte del denaro ottenuto dal presunto truffatore veniva versato dalle vittime su un conto corrente aperto nella filiale del Banco popolare di San Donà di Piave.

 


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