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29 marzo 2024

Esteri

"Tutti morti in due minuti"

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Svanisce ogni speranza di trovare ancora in vita i 44 membri dell'equipaggio del sottomarino San Juan, scomparso due settimane fa nelle acque dell'Atlantico del sud. "Si è già più che raddoppiato il numero di giorni che determinano le possibilità di salvare l'equipaggio, nonostante l'entità degli sforzi compiuti, non è stato possibile localizzare il sottomarino e non ci sarà alcun salvataggio di persone", ha detto il portavoce della Marina, capitano Enrique Balbi.

Dopo 15 giorni di intense operazioni di ricerca, con più di 4000 soldati, 28 navi e nove aerei da 18 Paesi, "non è stata trovata nessuna traccia del naufragio e non è stato segnalato alcun contatto con il sottomarino o le sue scialuppe di emergenza", ha spiegato. L'operazione per localizzare la nave continuerà, ha aggiunto Balbi, annunciando il passaggio a "una nuova fase della ricerca".

"MORTI NEL GIRO DI 2 MINUTI" - E' l’ipotesi avanzata da Horacio Tobias, capitano di fregata e ingegnere navale, sulla sorte dei marinai del San Juan. In un'intervista a 'Clarin' Tobias ha dichiarato che il sottomarino ha subito una scarica elettrica incontrollata con l'ingresso di acqua di mare che ha provocato un'esplosione interna. Questa in "due minuti" ha causato "la morte della maggioranza dell'equipaggio per avvelenamento da idrogeno".

La ricostruzione dell'esperto su quanto potrebbe essere accaduto al sommergibile è in linea con l’ultimo messaggio lanciato dal comandante del San Juan, Pedro Martinez Fernandez, che riferì dell'entrata "di acqua di mare attraverso il sistema di ventilazione della batteria numero 3" con corto circuito e un principio di incendio.

 



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