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29 marzo 2024

Mogliano

UNA CASA IN RICORDO DI FRANCESCO

Procuratore sportivo ucciso da una patologia al fegato a 36 anni. Familiari e amici raccolgono fondi per aiutare altri malati

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UNA CASA IN RICORDO DI FRANCESCO

Mogliano – Giovane, sportivo e pieno di entusiasmo. Aveva solo 36 anni Francesco Del Todesco Frisone, quando è morto a causa di una rara malattia al fegato.
Francesco, moglianese, era molto conosciuto soprattutto nel mondo del rugby, era stato giornalista sportivo e poi procuratore sportivo. Colpito da colangite sclerosante primitiva, si è spento lo scorso dicembre.

Ora familiari e amici vogliono ricordarlo costruendo qualcosa di concreto per chi è stato colpito dallo stesso male del loro caro: una casa di accoglienza.
La struttura sorgerà a Bergamo, grazie al lavoro dell’Associazione Amici del Trapianto di Fegato e al sostegno di tutti quelli che in ricordo di Francesco hanno aderito alla raccolta fondi avviata dai genitori del giovane procuratore sportivo, Giuseppe e Mariarosa.

La cifra raccolta è stata donata all’Associazione Amici del Trapianto di Fegato, attiva nel reparto di Gastroenterologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo, uno dei centri italiani di riferimento per la malattia che aveva colpito Francesco. Per questo la sua famiglia aveva deciso di rivolgersi all’Ospedale di Bergamo e all’équipe di Stefano Fagiuoli, primario del reparto di Gastroenterologia.
“La patologia che aveva colpito Francesco causa prima l’infiammazione poi la distruzione dei dotti biliari, quei canali che veicolano la bile fuori dal fegato – spiega Stefano Fagiuoli - L’insufficienza epatica si può guarire solo con il trapianto de fegato. Purtroppo nel caso di Francesco la malattia ha portato alla formazione di un esteso tumore dei dotti biliari, che ha reso impossibile il trapianto.”

“Francesco ha vissuto lunghi periodi accanto ai trapiantati e a pazienti in attesa di un fegato nuovo, condividendo con loro sofferenze, speranze e delusioni, ma anche forti rapporti umani improntati comunque all’ottimismo, frutto della sua grande voglia di vivere – hanno commentato Mariarosa e Giuseppe, genitori di Francesco - Ci siamo resi conto di quanto è importante il sostegno a pazienti e familiari in momenti così drammatici. All’Associazione Amici del Trapianto di Fegato e a tutto il personale medico e infermieristico del reparto di Gastroenterologia degli Ospedali Riuniti va il nostro ringraziamento. La loro grande professionalità e competenza si sono accompagnate a una grande presenza umana che Francesco ha apprezzato fin dall’inizio.”

 “Al reparto di Gastroenterolgia degli Ospedali Riuniti di Bergamo arrivano pazienti da tutta Italia – spiega Valentina Lanfranchi, vicepresidente dell’Associazione Amici del Trapianto di Fegato -. Molti attendono un trapianto, altri hanno già ricevuto un fegato nuovo e devono sottoporsi ai necessari controlli post-trapianto. Il problema di dove stare quando si è lontani da casa è molto sentito. Per questo abbiamo deciso di realizzare un luogo, in cui queste persone possono vivere durante la permanenza in città.”
Ma le donazioni non si sono concluse: l’Associazione anche in questi giorni sta continuando a ricevere denaro in ricordo di Francesco.

“Era un ragazzo molto amato e la generosità delle persone che lo conoscevano lo dimostra – prosegue Valentina Lanfranchi -. In futuro persone come lui, che sono costrette a lasciare la propria casa per venire a Bergamo per farsi curare, avranno un luogo accogliente dove stare. Il ricordo di Francesco rimarrà per sempre.”
 

 


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