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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

UNA LEGGE DELLO STATO PER IL MUSEO DELLA BATTAGLIA

De Bastiani propone di chiedere finanziamenti straordinari da Roma

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UNA LEGGE DELLO STATO PER IL MUSEO DELLA BATTAGLIA

Vittorio Veneto – Una legge dello Stato per ottenere finanziamenti e risolvere il problema del Museo della Battaglia (nella foto).

La proposta arriva dal consigliere comunale del PD Alessandro De Bastiani, in seguito all'annuncio dell'assessore De Bertolis che intendeva rendere la sede espositiva un museo "a chiamata": aperto solo nei fine settimana e su prenotazione.

“Dobbiamo replicare l'esperienza del 1968, cinquantenario della fine della prima guerra mondiale, quando una legge nazionale finanziò con 300 milioni gli impianti sportivi della città”, suggerisce il consigliere comunale.

 “La nostra città nel 2018 sarà la capitale delle commemorazioni per il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale – spiega Alessandro De Bastiani - e in quanto tale ha diritto per quella occasione ad una legge simile a quella che ogni anno stanzia un finanziamento straordinario per Roma Capitale”.

De Bastiani si farà promotore di questa iniziativa coinvolgendo il PD vittoriese e l'amministrazione comunale che dovrebbero farsi fautori dell'iniziativa attraverso i deputati, i senatori e i ministri che rappresentano il territorio in parlamento.

“Solo così si potrà risolvere il problema dei musei cittadini - sostiene l'esponente del PD - solo così si potranno reperire finanziamenti adeguati per  moderni allestimenti soprattutto per il museo della Battaglia che diverrà meta di un sempre maggior numero di visitatori mano a mano che si avvicinerà la data del fatidico anniversario”.

De Bastiani intende spingere con forza questa proposta, convinto che sia l'unico modo per rilanciare e promuovere il museo di Ceneda. “Sicuramente non solo il Partito Democratico ma tutta la città rigetta le remissive posizioni di contenimento dei costi che porterebbero la struttura dritta verso una chiusura totale – conclude il consigliere - La tempistica non ci concede lunghi margini di manovra; otto anni ci vogliono tutti per fare approvare la legge in parlamento, indire un concorso di idee, approvarlo e realizzarlo entro il 2018”.

 


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