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30 novembre 2024

Oderzo Motta

«FESTA DEL SACRIFICIO, CHIEDO CONTROLLI SERRATI»

Appello del presidente delle Provincia Leonardo Muraro

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«FESTA DEL SACRIFICIO, CHIEDO CONTROLLI SERRATI»

TREVISO - Lo scorso weekend le mail contro la proposta del sindaco Zanchetta di utilizzare il Macello di Oderzo per la macellaizone degli ovini a scopi religiosi. E in mattinata è giunto l'appello anche da Sant'Artemio.

«Chiedo al procuratore di Treviso, Antonio Fojadelli e in generale alle Forze dell'Ordine, controlli serrati in vista della festa islamica del sacrifico»: forte l’appello del presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro in tutela degli animali e della salute pubblica. Lo stesso sottolinea uno dei paradossi italiani «È di questi giorni la ratifica, anche da parte dell'Italia, della Convenzione Ue per la protezione degli animali un testo che mira a una maggiore tutela dei loro diritti.

Eppure in nome dell’accoglienza e della libertà di espressione religiosa permettiamo la pratica di un rito barbaro che va oltre la tradizione e l’etica italiana. Questa è sicuramente una legge importante, necessaria, attesa da 23 anni, che si inserisce nel processo di crescita che un paese civile deve operare soprattutto in ottica europea.

L'attenzione al benessere e al rispetto della dignità dell'animale, un tempo questione marginale, è oggi un argomento che non può essere soggetto a sconti. Accade di scontrarci con culture che non garantiscono i diritti di base nemmeno all'essere umano, che in nome della religione e della tradizione praticano azioni per noi inaccettabili e proprio i forti flussi migratori che hanno attraversato e tutt'ora attraversano il nostro paese, stanno ponendo diverse questioni sulla convivenza tra civiltà diverse» continua Muraro.

Un tema ampliamente dibattuto quello che riguarda il rito della macellazione islamica, una pratica che prevede la morte dell’animale per rescissione della carotide, senza preventivo stordimento. L'animale, infatti, cosciente al momento dell'uccisione, muore lentamente per dissanguamento.

«Possiamo permettere che nel nostro Paese questa pratica barbara che provoca all'animale inutili sofferenze e agonia venga concessa? In Italia ma non solo, la normativa (D.Lgs. 333/98 attuazione direttiva 93/119/CE relativa alla protezione degli animali durante la macellazione o l'abbattimento) che regola appunto la macellazione del bestiame è chiara e prevede, tra gli altri, lo stordimento preventivo perché l'animale non soffra. Come possiamo consentire, in nome della libertà di religione, la macellazione rituale?

Sarebbe come regredire rispetto al lungo processo di presa di coscienza che ha portato allo sviluppo attuale della nostra società. Basta al permissivismo di certe ideologie politiche che in nome dell'accoglienza tollerano e permettono barbarie culturali come la macellazione islamica.

Basta sconti e buonismo per che non aiutano a ottenere una vera integrazione. Dovrebbe esistere nelle persone una forma di etica congenita che le frena di fronte a certi atti ingiustificabili. Dobbiamo opporci a questo metodo medievale, che non significa limitare il diritto di professare il proprio credo ma rispettare i diritti degli animali, entrambi previsti dalla legge italiana.

Chi decide di venire nel nostro Paese lo deve fare integrandosi, lavorando e rispettando le nostre leggi e regole. Concludo ricordando che macellare secondo il rito religioso non solo viola il diritto al benessere dell'animale ma può rappresentare un grave rischio per la salute umana per la diffusione di malattie se praticato liberamente.

Controlli e regolamentazione sono necessari è per questo che invito tutti i cittadini a segnalare alle forze dell'ordine i casi di macellazione in luoghi non idonei alla stessa o di maltrattamento, ai quali dovessero assistere».

 


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