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25 aprile 2024

Castelfranco

«LAVORO!»: GLI OPERAI DELLA FERVET INVADONO CASTELFRANCO

Manifestazione in mattinata: corteo in centro storico ed incontro col sindaco. L’occupazione prosegue. Martedì a Venezia

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«LAVORO!»: GLI OPERAI DELLA FERVET INVADONO CASTELFRANCO

Castelfranco – Erano in tanti questa mattina. Probabilmente non mancava nessuno dei 197 lavoratori della Fervet che dall’inizio della settimana stanno presidiando giorno e notte l’azienda.

Il corteo è partito alle 9,30 dai cancelli dello stabilimento di borgo Padova sotto la pioggia battente, puntando dritto verso le mura cittadine. Il giro attorno al castello e poi dentro, davanti al municipio, dove ad aspettare i manifestanti c’era il sindaco Maria Gomierato.

«La città di Castelfranco vi è vicina – ha affermato il primo cittadino -. Gli sforzi gli stiamo facendo e continuo a sperare nel futuro per questa vostra realtà».

Ma dalla platea dei manifestanti hanno risposto col grido «lavoro!» che aveva accompagnato tutta la manifestazione.

«Vogliamo fatti, non parole: non riusciamo a pagare l’affitto e non riusciamo a mandare i figli a scuola», ha risposto qualcuno. E non si tratta di frasi fatte.

C’è anche chi ha dovuto togliere il figlio dall’asilo per risparmiare i 120 euro di retta. «Da febbraio dello scorso anno prendo 730 euro al mese – spiega Giovanni Pecoraro -. Ho moglie e figlio a carico, l’ho tolto dall’asilo per non pagare i 120 euro di retta. Pago 500 euro d’affitto. Per me è impossibile continuare: da novembre sono tornato a casa mia, in Sicilia. Lì quantomeno ci sono i miei genitori e quelli di mia moglie e riusciamo a in qualche modo a campare. Qua sarebbe impossibile. Ho speso 160 euro d’aereo per esserci oggi. Dovevo esserci, anche se quei 160 euro è come se fossero 1.600».

C’è stato un breve confronto all’interno del municipio tra il sindaco ed i sindacati.

«L’imperativo ora è fare pressing sul commissario straordinario – ha affermato Antonio Bianchin della Fim -. Siamo in concordato con cessione dei beni. La politica, il sindaco e la Giunta regionale devono fare in modo di cambiare indirizzo. In questi due anni, oltre a quello che c’è già si possono portare a casa anche altre commesse. Assurdo che si chiuda ore che lavoro ce n’è. Cinque milioni e mezzo di euro sono aria fritta rispetto a quello che c’è ora in provincia. L’azienda può ripartire, se non saranno le banche a farlo ce la riprenderemo creando una cooperativa di lavoratori».

Intanto l’occupazione della fabbrica prosegue. Martedì nuova manifestazione a Venezia, poi una delegazione dei lavoratori sarà accolta in Regione.

Matteo Ceron

 

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