“80.000 trevigiani vivono con stipendi da fame, ma la Regione spende milioni per asfalto e cemento”
È quanto affermato da Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde che sullo scottante problema ha presentato un’interrogazione

TREVISO – Il consigliere regionale Andrea Zanoni di Europa Verde traccia un bilancio economico/sociale del Veneto, particolarmente allarmante. L’esponente di EV ha spiegato che in Veneto, la povertà è in aumento, “ma le priorità della Regione sembrano non cambiare”. Secondo i dati ISTAT, quasi 500.000 veneti vivono in povertà relativa, mentre circa 400.000 si trovano in povertà assoluta. A Treviso, ben 80.000 lavoratori guadagnano meno di 20.000 euro lordi all’anno, con condizioni particolarmente difficili nei settori della sanità, istruzione, ristorazione e servizi. Ad esempio, i lavoratori dell'alloggio e della ristorazione guadagnano in media 696 euro netti al mese, mentre i lavoratori domestici arrivano a 785 euro. Nonostante la crescente difficoltà economica per molte famiglie, "il presidente della Regione Luca Zaia continua a puntare su nuovi progetti infrastrutturali, destinando centinaia di milioni di euro per la costruzione di strade". Solo negli ultimi tempi sono stati previsti 200 milioni per la Treviso-Mare, 60 milioni per il IV lotto della tangenziale di Treviso e 100 milioni per il ponte di Vidor.
«Abbiamo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale ponendo molti quesiti a Zaia su questa situazione sempre più drammatica e sempre più diffusa - dichiara Zanoni -: se la Regione del Veneto abbia effettuato un monitoraggio approfondito del fenomeno del ‘lavoro povero’, quali misure intenda adottare per contrastare il fenomeno, se siano allo studio forme di integrazione al reddito, se la Giunta intenda promuovere forme di contrattazione territoriale che favoriscano l’aumento delle retribuzioni e il miglioramento delle condizioni lavorative; se esistano progetti per incentivare le imprese che garantiscono retribuzioni dignitose e se e quali azioni intenda intraprendere per favorire la partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese. Di questo hanno bisogno le famiglie che non arrivano a fine mese, i giovani che non possono programmare il loro futuro, gli anziani privi delle cure minime necessarie. Senza un cambio di rotta, la povertà continuerà a crescere, mentre la Regione continuerà a spendere miliardi per nuove colate di cemento».
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