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28 marzo 2024

Cronaca

“Ascoltateci”, l’appello di Micol in nome di tutte le persone affette da malattie croniche

L’obiettivo è di arrivare alla classe dirigente, per creare un futuro migliore e inclusivo per tutti

| Manuel Trevisan |

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| Manuel Trevisan |

Il video

VENEZIA – Sono bastate poche ore perché il video “Facciamoci Sentire” pubblicato da Micol, giovane veneziana affetta da una malattia autoimmune molto invalidante - il morbo di Crohn - diventasse virale. L’intento: quello di dare voce ai malati invisibili, persone che soffrono di patologie croniche che non permettono di condurre una quotidianità normale e che, talvolta, impediscono di lavorare.

Ed è proprio partendo dalla sua difficile esperienza – fatta di continui interventi chirurgici e difficoltà di inserimento nel mondo lavorativo – che Micol ha deciso di portare avanti una battaglia di sensibilizzazione con una serie di iniziative che si sono susseguite negli anni, diventando così un vero punto di riferimento per tutte le persone malate. L’ultima, tra le più ambiziose per auspicare a un futuro più inclusivo, “Facciamoci Sentire”.

“Sono molto seguita sui social e per questo ho deciso di provarci – spiega Micol – Con questo video ho voluto presentare il progetto raccogliendo le testimonianze di molte persone che soffrono di patologie croniche e che hanno trovato difficoltà nel mondo del lavoro. Il nostro obiettivo è di arrivare alla classe dirigente, alla Regione e a Roma, per farci ascoltare dai politi e auspicare a un cambiamento che implichi maggiori tutele per tutti noi. Ho creato anche un gruppo Telegram per formare una comunità unita che possa sostenersi nei momenti di difficoltà e scambiare esperienze e punti di vista”.

Un primo step per arrivare a quello che sarebbe un prezioso passo avanti per una società che deve avere tra i suoi principi fondamentali quello dell’inclusione, è stato raggiunto con l’incontro tra la giovane Guerriera e l’Assessora Regionale alla Sanità Manuela Lanzarin. “È stata un’occasione preziosa in cui le ho presentato il progetto che, tra le altre cose, riguarda la possibilità di lavorare in smart working per le persone che hanno difficoltà più gravi. La pandemia ci ha costretto ad adattarci a modalità alle quali prima non eravamo abituati, perché non prendere il buono da questa esperienza e utilizzarlo per agevolare la vita delle persone?”.

 


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Manuel Trevisan

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