“C’è bisogno di più personale”: l’appello dei familiari dei malati mentali
Il 10 ottobre si celebra la Giornata mondiale della salute mentale
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – «La pandemia ha messo ancor di più in luce la carenza di personale nel mondo della salute mentale, in particolare di medici». A evidenziarlo è Maria De Nardi, presidente dell’associazione Psiche 2000, nata a Vittorio Veneto nel 1994 e impegnata a fianco delle persone che soffrono un disagio psichico e dei loro familiari.
Il 10 ottobre si celebra la Giornata mondiale della salute mondiale. Una giornata che, nell’anno segnato dal coronavirus, sarà anche motivo per raccontare come sono stati vissuti i mesi del lockdown dagli utenti dei centri diurni. Venerdì 9 ottobre, alle 18 nel teatro al parco dell’area Fenderl, si terrà il reading poetico “Alla finestra: diario del coprifuoco”, a cura degli utenti del centro diurno “A Capo” di Conegliano e con la partecipazione degli utenti del distretto di Treviso dell'associazione “Il Sole di Notte” e la collaborazione del centro diurno “La Bussola” di Vittorio Veneto (ingresso con prenotazione allo 0438.665402).
La lettura sarà condotta dalla psicoterapeuta Francesca Bornello e accompagnata dalle musiche di Sergio Marchesini, Gerardo Pozzi e Matteo Artuso. L'evento è rivolto alla popolazione del territorio per veicolare il messaggio che la comunità locale può essere inclusiva e comprensiva, superando il pregiudizio sulle malattie psichiatriche.
«Durante i mesi del lockdown non ci siamo sentiti abbandonati dalle istituzioni, anzi: sono state molto presenti, con visite domiciliari o colloqui telefonici in caso di problemi – rileva De Nardi -. Il disagio più grande è stato per le persone in comunità, un po’ come è accaduto per gli ospiti delle case di riposo, perché per mesi non hanno potuto avere dei contatti con i loro cari e questo è stato per loro e per i loro famigliari un grande disagio. Per chi invece è rimasto a casa, in famiglia, come un po’ tutti ci si è adeguati».
Il lockdown è ora un ricordo, più o meno doloroso. E si guarda vanti. «Il problema grosso è che c’è poco personale nel mondo della salute mentale, in particolare pochi medici e, sebbene si siano fatti i concorsi per assumerne, non se ne trovano – evidenzia la presidente di Psiche 2000 -. La soluzione potrebbe essere assumere psicologi e infermieri che possano dare un aiuto ai pochi medici. La carenza di personale durante il lockdown è emersa ancora di più. Speriamo che su questo fronte le cose possano cambiare, in meglio».