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26 aprile 2025

Conegliano

“Giocare in corsia”: quando il sorriso è la miglior medicina

I volontari si recano regolarmente nei reparti di pediatria, armati di giochi, libri e tanti sorrisi

| Federica Gabrieli |

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| Federica Gabrieli |

Giocare in corsia

CONEGLIANO / TREVISO - Nelle corsie degli ospedali, dove la sofferenza e la malattia possono sembrare insormontabili, c’è chi porta un po’ di luce e di gioia. Il progetto “Giocare in corsia”, nell’ambito dell’attività della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), è una di queste realtà, che da anni va nei reparti di pediatria per far sorridere i bambini malati. L’idea è semplice, ma di grande impatto: portare il gioco e il divertimento nelle corsie degli ospedali, dove i bambini possono dimenticare per un po’ la loro condizione di malattia. I volontari si recano regolarmente nei reparti di pediatria, armati di giochi, libri e tanti sorrisi. “Giocare in corsia” nasce nel 1994, che grazie ai suoi 160 volontari, regala un servizio di animazione e gioco rivolto ai più piccoli pazienti ricoverati al Ca’Foncello e dal 2007 anche all’Ospedale di Conegliano. Hanno capito che, oltre alle cure mediche, i bambini malati hanno bisogno anche di attenzione, di affetto e di divertimento. I risultati sono tangibili: i bambini malati sorridono, si divertono e dimenticano per un po' la loro condizione di malattia.

Ma come funziona “Giocare in corsia”? Ce lo racconta Roberto Michielon, responsabile progetto LILT.
“I volontari si recano regolarmente nei reparti di pediatria, dove incontrano i bambini malati e le loro famiglie. Portano con sé giochi, libri e attività divertenti, che aiutano a creare un’atmosfera di allegria e di spensieratezza. I bambini possono scegliere tra diverse attività, come la pittura, la musica, la lettura, il gioco, etc. I volontari sono sempre disponibili ad aiutare e a supportare i bambini, che possono così esprimere la loro creatività e la loro immaginazione”.

Qual è il vostro obiettivo?
“E’ quello di offrire ai bambini la possibilità di essere bambini anche in ospedale. Vogliamo creare un ambiente accogliente e divertente che aiuti i bambini a dimenticare la malattia e a sentirsi più a loro agio”. Il progetto “Giocare in Corsia” prevede diverse attività, tra cui giochi di gruppo, attività creative, letture e rappresentazioni teatrali, divertimento. I volontari sono formati per lavorare con i bambini e per creare un ambiente sereno e accogliente. Difatti questo progetto si occupa anche della formazione dei volontari che è obbligatoria e completamente gratuita. “La nostra esperienza ci ha insegnato che il gioco è un potente strumento di cura e di riabilitazione” continua Michielon. “I bambini che partecipano al nostro progetto mostrano una maggiore fiducia in se stessi e una migliore capacità di affrontare la malattia”.

“Il progetto “Giocare in corsia” è anche una opportunità per i volontari di imparare e di crescere. Pensa che l’età media va dai venti ai quaranta anni. I nostri volontari sono la linfa vitale del nostro progetto, sono persone che si dedicano quotidianamente per aiutare i bambini e le loro famiglie in difficoltà”. “Giocare in corsia” non si limita solo a portare il divertimento nelle corsie degli ospedali. “Difatti l’associazione si impegna anche a sostenere le famiglie dei bambini malati, che spesso devono affrontare difficoltà economiche e emotive. I volontari offrono supporto emotivo e pratico alle famiglie, che possono così sentirsi meno sole e più sostenute”.

Chi volesse contribuire per sostenere l’associazione “Giocare in corsia” e aiutare i bambini malati a sorridere, cosa deve fare?
“Si può andare sul nostro sito web: giocareincorsia.it e fare una donazione. Ogni contributo, grande o piccolo che sia, aiuterà a portare un po’ di gioia e di speranza nelle corsie degli ospedali. Inoltre, potete anche aiutare il progetto, diventando volontari. Siamo sempre alla ricerca di nuovi volontari che possano aiutare a portare divertimento e gioia a questi bambini; saremo felici di accogliervi e di aiutarvi a fare la differenza nella vita dei bambini malati”.
 


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