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23 aprile 2024

Treviso

“Ho sprecato tre minuti della mia vita”

EDITORIALE – Multati i partecipanti al video del gruppo “Pluto Gang”

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Pluto Gang

EDITORIALE – Lo ammetto, il dato anagrafico non mi consente di comprendere sempre i fenomeni giovanili così quando ho qualche dubbio consulto mia figlia che ha 16 anni. Oggi in redazione è giunto il comunicato della Questura di Treviso sulla sanzione, per la violazione delle norme di sicurezza sanitaria, ad alcuni ragazzi che hanno preso parte al video del gruppo musicale Pluto Gang.

Nei giorni scorsi alcuni media avevano diffuso le immagini del video dove i partecipanti alla performance musicale sfoggiano pistole giocattolo. Francamente al di la della vicenda di cronaca, in sé, che avrà il decorso stabilito dalla legge mi ha comunque incuriosita questa espressione “artistica”.

Onestamente non ho molto apprezzato il video che mi è parso un ingenuo tentativo d’imitare la musica rap statunitense, con risultati assolutamente modesti. Un testo scontato ed un sound altrettanto banale. Unica nota positiva la vocalità dei protagonisti, degna di nota perché è indiscutibilmente interessante.

Sul video ho interpellato mia figlia che tra l’altro studia musica e quindi ha competenze certo maggiori della sottoscritta e la sua è stata una vera e propria stroncatura: “Ho sprecato 3 minuti della mia vita ad ascoltarlo: peccato perché la voce è bella”.

Ora senza stare a sindacare sulle immagini poco edificanti di questi ragazzi che, prendendosi troppo sul serio, si sono improvvisati "gangster hip hop" vale invece la pena considerare quali modelli li hanno ispirati. Stiamo parlando di giovani, figli di immigrati che con ogni probabilità non hanno avuto una vita facile, così come chiunque lascia la propria terra, per cercare un avvenire migliore.

Mi disturba vedere questi ragazzi, con una così limitata consapevolezza della loro storia famigliare. Molti africani sono giunti in Europa per sfuggire a guerre e violenze e vedere questi ragazzi esibirsi con armi (pur se giocattolo) mortifica la dignità di tante persone che arrivano dal medesimo continente.

Giustamente qualcuno può rilevare che questi ragazzi sono nati in Italia e sono a tutti gli effetti figli della cultura di questa terra. Non discuto! Ma a casa con i genitori avranno pur parlato della terra d’origine della loro famiglia o avranno letto qualche notizia sui giornali, di cosa succede in molti stati africani. Un continente meraviglioso, che vanta cultura e risorse invidiabili ma che al contempo in molti luoghi vede l’umanità spesso calpestata e mortificata.

Singolare che questi ragazzi non si identifichino con le origini della loro famiglia e nemmeno con quelle del paese dove sono nati e cresciuti ma cerchino modelli oltreoceano negli Stati Uniti, una terra altrettanto interessante ma dove le iniquità, soprattutto in ordine all’appartenenza etnica, sono palesi.

Ciò mi fa pensare che si tratti di giovani disorientati, con modelli ispirati più da qualche programma televisivo trash che da una sana riflessione su come sia il mondo. Ragazzi che forse hanno una visione parziale e poco realistica della vita.

Nessun intento di colpevolizzarli, semmai una riflessione su cosa abbiamo sbagliato noi adulti. Di certo non abbiamo dato adeguati strumenti di analisi e valutazione a questi giovani. Forse in famiglia non si è parlato abbastanza? Forse a scuola non ci sono stati spazi adeguati di riflessione? Forse la società non ha dato risposte ai loro bisogni formativi?

Mi ha poi dato da pensare che i ragazzi nel video fossero solo di colore! Ma come, vivendo a Treviso non hanno avuto modo di farsi amici e di interagire con i loro coetanei? E poi ho letto i commenti sotto al video e che dire: siamo proprio alla frutta. Insulti e per tutta risposta, minacce. Quindi una valanga di commenti xenofobi di odio vomitato gratuitamente verso questi giovani, da altri giovani.

Beh, non so voi ma come adulta mi interrogo e mi dico che non è questo che vorrei per le mie figlie o per i figli di chicchessia. Mi rivolgo quindi alla Pluto Gang. Il vostro video non mi piace per tante ragioni ma colgo in voi passione per la musica e anche un po’ di talento. Fate tesoro di queste vostre prerogative. Cercate di capire chi siete e chi volete essere ma soprattutto quale sia la storia di chi vi ha preceduti perché se non sapete da dove venite, culturalmente parlando, non andrete da nessuna parte.

Siete frutto di culture diverse, e questo dovrebbe e deve essere un punto di forza. Imparate non solo ad ascoltare la musica ma anche a guardarvi attorno e ricordatevi che proprio la musica è un linguaggio che non ha confine e può arrivare ovunque liberamente e in maniera potente. Siate come le note di una canzone di speranza senza darvi, voi per primi, delle etichette che vi limitano e vi relegano in un angolo. Il mondo e grande ma se alzate la testa con dignità potete riuscire a guardare lontano!


 

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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