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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

“L’ospedale di Vittorio è stato depotenziato: sindaci cosa intendete fare?”

Lettera del Comitato per la Difesa della Sanità Pubblica dell'Alta Marca ai Sindaci dei Comuni del distretto sanitario di Pieve di Soligo

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

ospedale di Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO – Il Comitato per la Difesa della Sanità Pubblica dell'Alta Marca ha scritto a tutti i Sindaci dei Comuni che fanno parte del distretto sanitario di Pieve di Soligo per chiedergli di esprimere una posizione su quello che reputano un “depotenziamento” dell’ospedale di Vittorio Veneto.

“Alla luce dei dati forniti dalla AULSS2 nella relazione del bilancio 2020 e nella Deliberazioni del Direttore Generale AULSS2 n. 1247/21 e n. 2314/21, vi chiediamo di esprimere la vostra posizione riguardo al processo di depotenziamento di cui è oggetto l'Ospedale di Vittorio Veneto”: inizia così la missiva del Comitato, che poi prosegue con altre considerazioni.

“Riteniamo che la difesa dei servizi ospedalieri e territoriali della nostra AULSS2 sia un dovere di chi ha scelto di amministrare il nostro territorio, e che la tutela dei malati e dei loro familiari debba essere uno dei principali obbiettivi di chi governa, in special modo in questo delicato momento. Ci permettiamo di inviarvi qui di seguito un comunicato in cui analizziamo la situazione del nostro ospedale ed esprimiamo tutte le nostre perplessità in merito alla gestione dello stesso”.

Ad entrare nel vivo della questione portando numeri e analisi è poi il portavoce del Comitato per la Difesa della Sanità Pubblica dell'Alta Marca, Adriano Botteon, in una nota ufficiale in cui afferma che “in 3 anni sono stati cancellati 91 posti letto” nell’ospedale di Vittorio Veneto. Quindi prosegue: “Le difficoltà che deve affrontare il nostro Servizio Sanitario Nazionale in questo particolare momento storico non sono poche, ma proprio per questo e sulla base dei dati forniti nella Relazione del Direttore Generale AULSS2 al bilancio 2020 e nelle Deliberazioni del Direttore Generale AULSS2 n. 1247/21 e n. 2314/21, riteniamo urgente un cambio di rotta nella gestione dell’ospedale di Vittorio Veneto.

Dai dati citati si evince quanto segue:
• la disponibilità dei posti letto è passata da 246 posti dell’anno 2017 ai 155 posti dell’anno 2020;
• l’attività ospedaliera svolta nell’anno 2020 ha subito un calo del 36% per i ricoveri chirurgici e del 27% per i ricoveri medici rispetto al 2019;
• le prestazioni erogate nei poliambulatori nel 2020 sono diminuite del 19,93%, di contro al Ca’ Foncello di Treviso c’è stato un aumento del 21,19% (+818.046);
• gli accessi al Pronto Soccorso nel 2020 sono calati del 41% rispetto al 2019;
• l’incidenza della popolazione over 65 anni sul totale (24,2% nel 2020) è in costante aumento ed è la maggiore di tutta la AULSS2;
• il ricorso al personale flessibile nella ns. AULSS2 nell’anno 2020 è aumentato del 47% rispetto all’anno 2018. La spesa è passata da € 5.460.989,69 del 2017 a € 9.484.286,64 del 2020;
• continua il ricorso alle cooperative che forniscono personale ospedaliero, come ad esempio per il servizio di guardia pediatrica nel distretto di Pieve di Soligo per il periodo che va dal 11.12.2021 al 10.06.2022 (costo di € 97.200,00);
• una recente ricerca, condotta dalla FIASO su un campione di 6 Aziende ospedaliere e sanitarie italiane, mette in evidenza che il 34% dei pazienti positivi al virus in ospedale è ricoverato per altre patologie, risultando positivo al momento del tampone pre-ricovero, quindi il Covid non è la causa del ricovero".

In virtù di queste considerazioni il Comitato fa delle richieste precise: “Alla luce di tutto ciò, chiediamo innanzitutto che venga riprogrammato l’attuale modello di assistenza ospedaliera per i malati di Coronavirus, non più facendo affidamento prevalentemente agli ospedali Covid, ma prevedendo strutture ospedaliere che siano mess in grado di continuare ad erogare le normali prestazioni sanitarie e che abbiano al loro interno aree e percorsi dedicati ai pazienti affetti da Covid o da altre possibili future epidemie.

Visto il progressivo invecchiamento della popolazione ed il conseguente aumento della richiesta di accesso alle cure ospedaliere, riteniamo quanto mai indispensabile che il nostro Ospedale riprenda a operare al massimo della sua efficienza e qualità. Ricordiamo anche che chi abita nella periferia del nostro distretto può impiegare fino ad un’ora per raggiungere l’ospedale di Treviso e fino a 30 minuti per raggiungere il pronto soccorso di Conegliano.

Di conseguenza i malati che hanno difficoltà di spostamento si trovano nella necessità di rinunciare alle cure o di accedere alle strutture private, a cui sempre più spesso si rivolge chi può permetterselo e alle quali, per il triennio 2018/2020, la Regione ha stanziato quasi 12 milioni di euro per l'erogazione dell’assistenza specialistica ambulatoriale del distretto di Pieve di Soligo (deliberazioni della Giunta Regionale del Veneto n. 2166/2017 e n. 211 del 18/2020).

Per quanto sopra detto chiediamo che:
- venga ripresa al più presto la normale attività ospedaliera nella struttura di Vittorio Veneto, gestendo possibili future emergenze con una diversa organizzazione, che non penalizzi i cittadini del vittoriese;
- vengano ripristinati i 91 posti letto cancellati negli ultimi anni;
- vengano realizzati i posti letto di terapia intensiva, attuando al più presto il comma 1 dell’art. 2 del DL 34/2020, che recita: “è resa, altresì, strutturale sul territorio nazionale la dotazione di almeno 3.500 posti letto di terapia intensiva. Per ciascuna regione e provincia autonoma, tale incremento strutturale determina una dotazione pari a 0,14 posti letto per mille abitanti.” Il calcolo è presto fatto: sulla base dei 212.963 abitanti del distretto di Pieve di Soligo (dati aggiornati al 01-01-2020), i posti letto di terapia intensiva dovrebbero essere 29!”

Adriano Botteon, portavoce del Comitato per la Difesa della Sanità Pubblica dell'Alta Marca quindi conclude: “Aggiungiamo che i disagi e disservizi che gli operatori sanitari e i pazienti affrontano in questo momento sono anche la conseguenza di una inadeguata programmazione delle assunzioni di personale medico e infermieristico. Inoltre, il ricorso alle assunzioni di personale a tempo determinato o addirittura al personale reperito ricorrendo a contratti stipulati con le cooperative, pregiudica la qualità delle prestazioni erogate al malato.

Ribadiamo il nostro sostegno a tutto il personale ospedaliero e comprendiamo gli sforzi e i sacrifici a cui devono far fronte in questa particolare situazione. In conclusione, riteniamo che questo modello di gestione dell'emergenza non rispetti i princìpi del nostro Servizio Sanitario Nazionale che ha lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’art.32 della Costituzione”.
 

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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