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28 marzo 2024

Treviso

“Marca gioiosa et amorosa”? E' un mito creato a tavolino nell'Ottocento

Lo spiegherà oggi la storica medievista Valeria Favretto alle 17.30 nel piano Nobile di Ca' Robegan a Treviso

| Lieta Zanatta |

| Lieta Zanatta |

“Marca gioiosa et amorosa”? E' un mito creato a tavolino nell'Ottocento

TREVISO – I trevigiani se ne facciano una ragione: il detto “Marca Gioiosa et amorosa” è un mito creato a tavolino nell'Ottocento. Perlomeno per quanto riguarda la tradizione che affonda le radici nel Medioevo, mentre per i due secoli a questa parte è sospesa qualsiasi considerazione.

Ne parlerà la storica medievista Valeria Favretto giovedì 9 luglio alle 17.30 in un incontro che si terrà a Treviso nel piano Nobile di Ca' Robegan dal titolo “Giochi e divertimento nella Marca Gioiosa et Amorosa”.

“Parlerò di quali fossero nella Marca i giochi più in voga nel Medioevo, come il Palio, a piedi o a cavallo; il gioco d'azzardo con i dadi, con soldi o meno da puntare – spiega Valeria Favretto –. E del caso, creato nell'Ottocento, di prendere ad esempio alcuni personaggi che hanno segnato la storia medievale di Treviso per costruire il mito di quella che diventerà in seguito “Marca gioiosa et amorosa”.

I personaggi in questione saranno Cunizza da Romano, la sorella del famoso Ezzelino, di cui Boccaccio fa una descrizione leziosa nel Decamerone e la poetessa Gaia Da Camino, molto chiacchierata tra gli storici. Si tratterà anche della battaglia che coinvolse trevisani, padovani e veneziani nel Castel D'Amore.

“Inoltre ci sarà un focus su di uno Statuto di Treviso del 1314 che regolava la prostituzione, per spiegare la mentalità dell'epoca che sosteneva questa pratica, con tanto di appoggio da parte della Chiesa” dice ancora Favretto, che aggiunge: “Il meretricio non avveniva in caseggiati adibiti a postriboli come la più recente Cae de Oro, ma in edifici sparsi nella città. Uno di questi è il palazzo che fa da angolo di fronte al duomo. Il tutto alla luce del sole, in modo che ci fosse un controllo sociale, che non ci sarebbe stato con un quartiere esplicitamente adibito allo scopo. Secondo questo statuto, c'era il divieto di adescamento reciproco e per questo, quando una prostituta doveva girare per la città per altre faccende, doveva indossare un cappuccio rosso per non essere disturbata”.

Quello che la storica afferma è che quello che è diventato uno slogan vero e proprio “Marca gioiosa et amorosa”, è nato nell'Ottocento per enfatizzare alcuni miti e creare a Treviso un passato giustificante. Sarà interessante ascoltarla.

L’incontro rientra tra gli eventi collaterali della mostra “Luoghi e Persone: dalle Dolomiti al Sile” inaugurata il 4 luglio (visibile ogni giorno fino al 26 luglio con orari 9 - 12 e 15.30 – 18.30).

Evento contingentato, 30 posti, causa emergenza Covid 19.

Per info e prenotazioni chiamare 349 8227241

 


| modificato il:

Lieta Zanatta

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