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28 marzo 2024

Lavoro

“Non è vero che le integrazioni salariali previste dalla Finanziaria 2021 coprono i lavoratori fino al 31 marzo 2021”

Il biasimo dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro per il comunicato di Inps e Ministero del Lavoro

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inps

ITALIA - L’Associazione nazionale consulenti del lavoro contesta i contenuti del comunicato diffuso da di Inps e Ministero del Lavoro lo scorso 16 aprile sull’integrazione salariale dei lavoratori. “Se non fossimo completamente esausti da questi 13 mesi di pandemia avremmo anche avuto la forza di spiegare in modo tecnico le assurdità giuridiche contenute nel comunicato stampa di oggi – si legge nel comunicato dell’Associazione -. Pregiatissimi burocrati del Ministero del Lavoro e dell’INPS, 12 settimane dal 1° gennaio non potranno mai terminare il 31 marzo!! I festivi, il sabato e la domenica, sono giorni lavorabili per ogni lavoratore del privato (comprendiamo le vostre difficoltà nel saperlo), soprattutto nelle aziende che più di tutte hanno subito i danni della pandemia (settore pubblici esercizi, commercio, alberghi, ristorazione etc.). Come accidenti riuscite solo a pensare di potere sostenere il contrario adesso (dopo 3 mesi e 16 giorni dall’entrata in vigore della norma).

I consulenti del lavoro entrano nello specifico dei contenuti espressi dalla nota ufficiale, ponendo anche degli interrogativi: “ Ma cosa vuol dire che: “Non risultano pertanto periodi di scopertura per i lavoratori, salvo per coloro che hanno fatto ricorso alla CIG sabato 2 gennaio 2021 per i quali le settimane di “Cig Covid” terminavano il 27 marzo 2021 per tornare a decorrere dal 29 marzo 2021”??? Ma rileggete i comunicati stampa prima di pubblicarli? Perché magari noi associazioni possiamo anche sbagliare o essere imprecisi, ma voi no! Voi dovreste rappresentare lo Stato e la certezza del diritto, oltre che rispettare i consulenti, i datori di lavoro e i lavoratori!

E non contenti, rinviate pure ad ulteriori istruzioni che saranno contenute in una circolare da emanare. E quando? Per chi? Per i datori di lavoro che hanno già regolato le competenze ai lavoratori per fine marzo e magari si sono impegnati a erogare ferie o altri istituti pur di non fare perdere le giornate retribuite ai lavoratori da mesi sul lastrico per le integrazioni salariali e i loro massimali? Oppure dobbiamo pensare che chiarirete che la settimana in cui è collocato il 1° aprile, parte dal 29 marzo e, quindi, si possono agganciare le 13 settimane del D.L. “Sostegni” alle precedenti? Ma siete sicuri di poter fare queste piroette interpretative? E nel caso di risposta positiva, perché non lo avete fatto prima? Forse solo perché volete affermare di aver dato copertura a tutti ma, di fatto, non avete voluto che i lavoratori ricevessero veramente le integrazioni salariali, provando a contenere la spesa? Ma sapete che esiste un termine per la registrazione delle presenze, per l’elaborazione delle buste paga e che le norme non sono modificabili a piacimento e sulla base di vostri comunicati stampa?

L’Associazione nazionale consulenti del lavoro quindi prosegue: “L’ANCL ritiene che ormai sia impossibile sperare che il Ministero del Lavoro e la struttura operativa delll’INPS, possano ravvedersi e recuperare almeno un minimo di competenza giuridica nei contenuti delle loro esternazioni. È chiaro che i contenuti del comunicato tentano inutilmente di recuperare l’assenza di logica normativa contenuta nei provvedimenti ideati e scritti dai responsabili del Ministero del Lavoro, che ben avrebbero potuto difendersi attraverso lo scudo del cambio di governo, ma evidentemente in questi enti vi è un limite fortissimo nella conoscenza di ciò che avviene nel mondo reale, fuori dai palazzi ministeriali, e soprattutto vi è un limite di questi soggetti, nelle conoscenze giuridiche, tecniche e operative legate all’amministrazione del personale dei datori di lavoro privati. Pertanto, invitiamo gli estensori dell’avviso a prepararsi il pallottoliere per spiegare i calcoli del calendario e per formulare i comunicati stampa per illustrare (…a luglio magari…) quando saranno effettivamente finite le 13 settimane decorrenti dal 1° aprile!

È palese l’irragionevolezza di fare uscire il comunicato stampa nel pomeriggio del 16 aprile, con versamenti effettuati e buste paga chiuse da almeno due settimane. Verrebbe da chiedere: - ma dove vivete? - ma chi vi prega o pressa di agire in questo modo? - a quali logiche dovete rispondere o dare conto? È chiaro che scrivendo queste insostenibili teorie vorreste tamponare errori vostri e di altri, ma dimenticate che è da luglio del 2020 che si lasciano periodi di scopertura per le integrazioni salariali, senza che nessuno se ne preoccupi sul serio, in primis i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro”.

Quindi le considerazioni conclusive sulla questione: “ Vorremmo capire che obiettivo volevate raggiungere: - volevate tutelare i lavoratori? Troppo tardi! Le buste paga sono già definite e pagate; - volevate tutelare le imprese? Troppo tardi! Le presenze ed i conteggi per le competenze retributive si sono chiusi da settimane; - volevate tutelare il governo? Troppo tardi! Chi ha scritto la norma ha di nuovo sbagliato i calcoli delle settimane rispetto ai relativi mesi, e questo è avvenuto già a dicembre scorso. Per favore, se questi erano i vostri obiettivi, lasciate stare e lasciate stare pure lo smart working. Mettetevi in ferie, tanto noi Consulenti del Lavoro da soli agiamo decisamente meglio e non abbiamo bisogno di assurde teorie che stravolgono le nozioni più elementari non solo del diritto ma anche del calendario! A questo punto, è necessario concludere utilizzando una famosa espressione di Checco Zalone: «Ehi, ma sono del mestiere questi?»”.

 


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