CASTELFRANCO – Mario Bertolo, coordinatore di Articolo1 della Castellana, pur accogliendo con favore la notizia del riconoscimento ufficiale dell’ospedale di Castelfranco Veneto come una delle sedi operative dello IOV, in aggiunta a Padova e Schiavonia (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 24 aprile scorso) si dice comunque persuaso che non basti.

“Articolo1 da sempre difende il diritto alla salute di tutti i cittadini e per questo difende fermamente il servizio sanitario pubblico, come unica garanzia affinchè questo diritto venga garantito a tutti – spiega Bertolo -. Anche la drammatica epidemia di COVID 19 che continua a “mietere” vite innocenti e a colpire duramente l’economia del nostro Paese ha evidenziato in Lombardia, ma anche nelle altre Regioni del Nord Italia e non solo, i rischi e le conseguenze per i cittadini costretti a rivolgersi ai privati”.

Quindi prosegue: “Lo IOV a Castelfranco quando sarà completato con il bunker per la Radioterapia rappresenta un grande risultato per i pazienti oncologici del nostro territorio ma anche per quelli provenienti dall’intero Veneto e non solo. Articolo1 non si accontenta però di questo primo risultato”.

Ed ecco la richiesta conclusiva: “Al servizio IOV devono essere affiancati e garantiti tutti i servizi generali fortemente ridimensionati dalle scelte miopi della Regione Veneto che da troppi anni a “picconate e pezzo dopo pezzo” vorrebbe smantellare l’eccellenza rappresentata dal Sistema Sanitario del Veneto”.

Di queste ore anche la forte presa di posizione del comitato di cittadini “Difendiamo il nostro ospedale - Castelfranco Veneto”, che pubblica alcune considerazioni sulla sua pagina social, sul futuro sperato con il San Giacomo. “Tre anni fa oggi marciavamo in una delle nostre grandi manifestazioni di piazza in difesa dell'ospedale generalista di Castelfranco. Insieme dicevamo no al piano di tagli della Regione Veneto, no alla soppressione ingiustificata di interi reparti. No a un ritocco scellerato delle schede ospedaliere che avrebbe portato il nostro territorio in fondo alla classifica regionale per posti letto in rapporto agli abitanti.

Peccato che ci amministra abbia deciso di ignorare 20mila firme, tre manifestazioni di piazza, tante proposte concrete, e abbia preferito svuotare l'ospedale San Giacomo dei propri posti letto e dei propri reparti. Certo, l'operazione ha comportato l'arrivo in città di una sede distaccata dell'Istituto oncologico veneto, già presente a Padova, che oggi è divenuta Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico. Ma non dimentichiamo che questo polo, che serve l'intera Regione Veneto e si occupa di prestazioni specialistiche e ben delimitate, sarebbe potuto arrivare nei piani vuoti del San Giacomo senza comportare alcun taglio ai servizi generalisti. E senza fare da pietra tombale per tanti reparti che servono ogni giorno alla generalità delle persone.

E invece, mentre Castelfranco finiva sacrificata, mentre ci raccontavano che "la sanità del futuro è tutta nei grandi centri", mentre il governatore Zaia definiva il nostro ospedale "un cadavere eccellente" ignorando decenni di storia e di dati positivi e spesso ottimi sullo stato e sull'occupazione media dei reparti, altri territori - meglio rappresentati politicamente - vedevano fiorire nuove strutture e arrivare investimenti per decine di milioni di euro. Nel ricordare, quindi, la battaglia più importante per Castelfranco negli ultimi anni, ribadiamo tutte le responsabilità di chi ha dimenticato i 240 mila utenti medi del distretto sanitario locale e, con essi, il passato, il presente e il futuro della nostra città”.