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19 aprile 2024

Oderzo Motta

“Salviamo la tomba del soldato morto in guerra prima che sia troppo tardi”

Motta, l’appassionato di storia locale Enrico Flora racconta la vicenda di Mario Da Forno

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MOTTA DI LIVENZA - «La Lapide del soldato morto nella Grande Guerra rischia di diventare illeggibile. E dunque rischia di sparire il ricordo di chi ha sacrificato la propria vita per la patria».

A lanciare l’allarme è Enrico Flora, ingegnere mottense ed appassionato di storia locale. Di recente ha pubblicato il bel libro “8 novembre 1917: Ci addormentammo italiani e ci svegliammo austriaci” sulla storia di quegli anni.

«Nel cimitero comunale di S. Giovanni, varcata la soglia e costeggiando la parete di sinistra, ci sono alcune tra le tombe più antiche. Lì è sepolto il caporale Mario Da Forno, mottense originario di Pieve di Cadore».

«La sua lapide è ormai spoglia e consumata dal tempo, trattiene nell’angolo in alto a destra un ovale spezzato che incornicia l’immagine del giovane. Insieme a lui giace presumibilmente il fratello Antonio, morto qualche anno dopo. Le lettere incise nel marmo a stento si distinguono ma, guardando attentamente, sotto il nome di Mario si legge: “morto sul campo dell’onore”. Infatti Mario era uno di quei giovani che, indossati i panni del militare, corsero a combattere al fronte contro gli Austro-Ungarici».

La sua guerra però durò ben poco perché il 18 luglio 1915, a poche settimane dall’ingresso dell’Italia nel conflitto, venne ferito e morì a Staranzano, alle porte di Monfalcone.

«Le spoglie di Mario Da Forno - continua Flora - riposano in questo mesto loculo da più di cento anni, abbandonato all’oblio».

«Sarebbe giusto che i suoi resti mortali fossero traslati nella vicina cappella adibita a sacrario per i caduti delle due guerre. Questo, prima che l’azione del tempo cancelli il suo nome e le sue gesta».

E che questo sia il momento giusto, lo testimonia una ricorrenza: «Il prossimo 4 novembre 2021 ricorre il centenario della deposizione nel sacello dell'Altare della Patria del Milite Ignoto e per l’occasione il Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha avviato un’iniziativa per il conferimento della cittadinanza onoraria da parte di tutti i Comuni italiani. Una proposta giusta ma che purtroppo rimarrà fine a sé stessa se non sarà seguita da qualche iniziativa dal valore non solo concettuale.

Motta non conosce i suoi caduti: le lapidi con i loro nomi purtroppo sono andate perdute durante la seconda guerra mondiale. E allora ricollochiamole tutte. E spieghiamo alle nuove generazioni, anche con un semplice cartello, perché il bellissimo viale di tigli secolari in Riviera Scarpa si chiama “Parco della Rimembranza”. Raccontiamo chi era Vico Predonzani, martire istriano che dà il nome ad una nostra piazza. Rimettiamo la targa a lui dedicata e misteriosamente scomparsa dopo l’alluvione del ’66. Onoriamo i nostri caduti assicurando loro una sepoltura più consona. E restituiamo la dignità al soldato Mario da Forno».
 

 



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