“Vogliamo la scuola, vogliamo chiarezza”: flash mob a Biadene, sabato alle 12.30
La manifestazione è organizzata dai gruppi consiliari “Insieme per Montebelluna” e “Democratici per Montebelluna”

MONTEBELLUNA – La complessa e controversa vicenda della scuola primaria di Biadene e Pederiva continua a destare preoccupazione. Da qui l’iniziativa dei consiglieri comunali di minoranza dei gruppi “Insieme per Montebelluna” e “Democratici per Montebelluna” che per sabato 15 febbraio alle 12.30 hanno organizzato un flash mob davanti al cantiere di Biadene. “Abbiamo organizzato per sabato alle 12.30 un flash mob davanti al cantiere della nuova scuola di Biadene – spiega la consigliera dem Elisamaria Bressan -. Una vicenda che è nata male (la scelta del campo sportivo, manca un progetto per la viabilità, l'aumento vertiginoso dei prezzi) e che sta andando sempre peggio: quando arriverà la fine dei lavori? Al momento non c'è nulla di certo. Le famiglie chiedono la scuola e i laboratori che erano stati promessi per i loro figli, noi vogliamo vederci chiaro”. Una posizione condivisa anche dal collega, Francesco Bortignon, del gruppo Insieme per Montebelluna che sulle ragioni dell’incremento dei costi dell’opera aggiunge: “Non basta appellarsi a pandemie e guerre, qui ci sono stati e ci sono anche problemi di altro tipo che non vengono chiarito a sufficienza, con le minoranze ma soprattutto con i cittadini di Biadene, Pederiva e tutti i montebellunesi”.
Davide Quaggiotto dei dem, conclude: “Chiediamo chiarezza. La futura scuola di Biadene e Pederiva costerà il doppio e sarà completata in ritardo. In questi anni non c’è mai stata trasparenza sulla situazione dei lavori: dei rinvii della data di chiusura del cantiere si è sempre saputo grazie alle interpellanze delle minoranze. Questa vicenda è nata male: scelta di realizzare la scuola sopra il campo da calcio di Biadene, che di conseguenza è stato eliminato. Tra l’altro, quest’area aveva delle antenne vicine che è stato necessario spostare. Inoltre, a causa della presenza di un ordigno bellico si è dovuto bonificare l’area. E sta finendo peggio: scambio di accuse tra la ditta e il comune e nuovi ritardi. Come minoranze avevamo proposto 7 alternative al campo sportivo e il comitato di quartiere aveva raccolto più di 700 firme per richiedere che si realizzasse la scuola in un’altra area. In questi anni i ritardi si sono sommati ma nessuno ha mai spiegato chiaramente come andassero le cose né a noi e neppure ai cittadini. Ora chiediamo chiarezza, trasparenza e che i lavori vengano conclusi in fretta. Vista la situazione e il pregresso, è il minimo che si possa richiedere”.
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