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16 aprile 2024

Vittorio Veneto

12 aprile '44: l'eccidio di Cordignano

Il pensiero di Franco Boffa indirizzato ai cittadini di Vittorio Veneto

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12 aprile '44: l'eccidio di Cordignano

CORDIGNANO-VITTORIO VENETO - La ricorrenza della Pasqua di Resurrezione coincide, quest’anno, con la data di commemorazione dell’eccidio, consumato il 12/04/1944, alle porte di Cordignano.

 

Il fascio di Vittorio Veneto aveva deciso di mandare a morte tre giusti: Antonio Boffa, Giovanni Casoni, Temistocle Tomassi, con il pretesto della rappresaglia, in realtà perseguendo il fine di stroncare l'azione e l’esempio di Antonio Boffa.

 

Assurto a massimo ostacolo della diffusione del fascismo, questi era stato arrestato tre volte ed ammonito dai massimi esponenti della R.S.I.. Non era, però, retrocesso neppure dinnanzi agli invii di gerarchi e di manipoli armati, che aveva espulso dagli uffici giudiziari. Anzi, di persona, il capo del fascio locale, il professor Giusto Cherzi, che aveva intimato di desistere dal tentativo di asservire la giustizia all’intento del partito di sottomettere la popolazione di Vittorio Veneto.

 

Lo stesso capo del fascio aveva attestato, in un suo successivo memoriale, che Antonio Boffa costituiva l’insormontabile ostacolo all’affermazione del fascismo nella plaga, a causa della esemplarità della sua condotta, ispirata a quei nefasti principi cristiani, che avevano fatto di lui un cattivo educatore dei figli e dei concittadini.

 

Non solo con la sua immolazione, ma con tutta la sua esemplare esistenza, dalla battaglia del Piave al risanamento degli uffici giudiziari in varie città d’Italia, Antonio Boffa aveva testimoniato la necessità dell’eroismo, per rispondere ai dettami della coscienza e contrastare, la violenza morale e fisica dell’oppressore.

 

Dal suo sacrificio e da quello degli altri due martiri, con lui trucidati, aveva acquistato senso attivo l’esercizio delle più elevate virtù morali e civili e la Resistenza aveva ricevuto una cogente e irrecedibile promozione verso la conquista della libertà e della democrazia. Grazie a quella immolazione, la città aveva conosciuto la sua resurrezione, che la Pasqua consente oggi di rimemorare.

 

E di celebrare con la stessa feconda commozione che conferì fremiti insurrezionali al popolo di allora e che pone oggi i cittadini d’innanzi al debito di prosecuzione di quell’alto insegnamento.

 

Franco Boffa

 



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