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19 aprile 2024

Treviso

72 anni dalla morte del "Diavolo Nero": il ricordo del grande Tenni

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Omobono Tenni 72 anni morte

TREVISO - Sono ricorsi ieri i 72 anni dalla morte di Omobono Tenni, soprannominato il "Diavolo Nero". Originario di Tirana e di adozione trevigiana, Omobono Tenni (1905-1948) è stato uno dei più grandi piloti del ‘900. All’età di 15 anni si trasferì a Udine per poi giungere a Treviso dove a 19 anni aprì, dopo un periodo di apprendistato, un’officina meccanica in cui riparava e collaudava le motociclette. Nel 1927 sposò Ida Campanella (1906-1982), gestrice di una trattoria nel capoluogo della Marca. Grazie al Moto Club di Treviso, Tenni si fece notare ed entrò in Moto Guzzi nel 1933. Ottenne numerosissime vittorie, rischiando più volte la vita durante le gare e gli allenamenti.

 

 

Nel 1935 durante la preparazione per il Tourist Trophy sull’isola di Man, Tenni si schiantò, sui tornanti del Lario, contro un carretto trainato da un asino apparso improvvisamente. Il pilota si ruppe una gamba e due dita del piede furono tagliate di netto, dovette rinunciare alla gara per poi ripresentarsi due anni dopo nel 1937 accolto dalla stampa inglese come “l’uomo che viene dalla terra dei Cesari”. Nonostante una caduta iniziale durante la competizione e il cambio di una candela Tenni riuscì a rimontare. Fu allora che un radiocronista della Bcc pronunciò la frase celebre: "Le notizie che mi pervengono da ogni zona del circuito concordano su un solo punto: Tenni sta curvando con pazzo abbandono, creando dubbi sul fatto che egli possa finire la gara in un pezzo solo”. Tagliò il traguardo con 37 secondi di distacco dal secondo arrivato. Questa vittoria al TT fu la prima in assoluto raggiunta da un pilota italiano su moto italiana. Al suo rientro a Treviso, Tenni venne accolto da una folla festante.

 

 

Dopo numerose gare e vittorie il pilota il primo luglio del 1948 si trovava sul Circuito Bremgarten con la sua vecchia Albatros 250 quando a metà tracciato la pedana si impuntò nell'asfalto, sbalzandolo contro un albero e determinandone la morte sul colpo. La salma del campione fu trasportata da Berna agli stabilimenti Moto Guzzi di Mandello del Lario. All'alba del 4 luglio le spoglie vennero trasportate a Treviso a bordo di un camion della Moto Guzzi bardato a lutto, seguito dall'alto da aerei dell'Aero Club Treviso che lanciarono fiori per il tragitto da Castelfranco a Treviso, e dal ciglio della strada da migliaia di tifosi che lo attesero per l'ultimo omaggio. Venne infine tumulato nel cimitero trevigiano di San Lazzaro dove riposa con la moglie.

 

 


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