8 agosto 1956 a Marcinelle muoiono 262 minatori: tra loro Guerrino Casanova di Montebelluna
Bandiera a mezz’asta a Montebelluna per non dimenticare nella Giornata Nazionale del Sacrificio del lavoro italiano
MONTEBELLUNA – Ore 8.25 dell’8 agosto 1956, la sirena della miniera di carbone di Marcinelle in Belgio comincia a suonare: quasi 300 uomini sono rimasti bloccati per un incendio nel pozzo scaturito intorno alle 8.10 a causa di una manovra imprudente degli operatori dell’ascensore. Per giorni si cercherà inutilmente di raggiungere i minatori bloccati fino a quando il 22 agosto i soccorritori alle 3 di notte dopo l’ennesima discesa infruttuosa nelle viscere della terra dichiarano in italiano “tutti cadaveri”.
Un dramma che costò la vita a 262 uomini di 11 nazionalità diverse, di cui 136 italiani e tra questi anche Guerrino Casanova di Montebelluna divenuto per la città un simbolo delle vittime sul lavoro. Una tragedia figlia anche dell’emigrazione visto che da sempre chi lascia il proprio paese per una vita migliore è costretto a fare i lavori più umili e meno sicuri. Una vicenda che a 64 anni di distanza ancora scuote le coscienze e che alla luce dei dati delle vittime sul lavoro che si registrano ogni anno, forse non ha insegnato poi molto, purtroppo.
Oggi a Montebelluna le bandiere saranno tutte a mezz’asta per onorare cloro che hanno perso la vita sul posto di lavoro. Sul dramma di oltre sessant’anni fa interviene il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero: “E’ opportuno non sottacere che la migrazione italiana in Belgio - che ebbe un costo in termini di vite umane notevole, sia per tragedie come Marcinelle, sia per gli effetti della silicosi – va letta nel contesto della Ceca, ovvero della nascita nel 1951 della Comunità europea del carbone e dell’acciaio.
L’Italia, che aveva bisogno di materie prime, effettuò quello che venne poi chiamato “Accordo uomini-carbone” in un contesto ove le regole di sicurezza per i nostri lavoratori non erano garantite. Forse in parte le contraddizioni dell’Europa attuale sono ricondurre a tale genesi che non poteva che essere di natura incerta perché il patto veniva contratto tra nazioni che erano state in guerra tra loro in precedenza.
Se c’è una lezione da apprendere pensando anche alla nostra vittima di Marcinelle, Guerrino Casanova, e alle altri lavoratori che persero la vita perché costretti a condizioni di lavoro insalubri, è che gli errori della politica li pagano sempre le persone umili. Oggi la bandiera è a mezz’asta per ricordare la tragedia di Marcinelle e la sofferenza di molti migranti italiani in Belgio affinché questa memoria ci ammonisca sulle responsabilità che la politica dovrebbe avere oggi nei confronti del mercato del lavoro e dei movimenti migratori che interessano il nostro continente, rispetto ai quali ancora non ci sono risposte coerenti né sul piano economico né sul piano umano”.