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20 aprile 2024

Treviso

Accattoni, patto tra i comuni di centrosinistra

Venezia, Padova e Treviso in campo contro il racket. Tosi: «Scoprono l'acqua calda»

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Accattoni, patto tra i comuni di centrosinistra

TREVISO - "La lotta non è contro chi ha bisogno, rispetto ai quali Venezia è città all'avanguardia sul fronte dell'accoglienza e della solidarietà, ma contro il racket che dirige un certo sistema di accattonaggio, per il quale non basta il foglio di via, che deve essere nazionale, ma serve la contestazione specifica dell'associazione per delinquere".

Gianfranco Bettin, assessore comunale e da anni impegnato nella lotta contro i mendicanti molesti e organizzati, plaude all'iniziativa che vede fare fronte unico i comuni di Venezia, Padova e Treviso, la cosiddetta 'PaTreVe'.

 

"Credo - gli fa eco il sindaco di Treviso, Giovanni Manildo - sia necessario iniziare a dialogare con il ministero dell'Interno e ragionare su una forma di reato che distingua chi sfrutta l'accattonaggio da chi ne sia la vittima".

Domani ci sarà un ulteriore passo avanti nel progetto "sicurezza metropolitana" con una riunione prima dei sindaci e poi degli assessori di quella che, nelle intenzioni delle tre amministrazioni, dovrebbe essere un'unica città metropolitana.

"L'obiettivo - spiega Manildo - è quello di iniziare a coordinare gli interventi in materia di contrasto al fenomeno sull'intera area metropolitana cominciando dall'applicazione condivisa del 'foglio di allontanamento' da noi adoperato in ambito urbano in collaborazione con la questura", sollecitando una discussione su un reato associativo più stringente "per poter perseguire chi organizza e sfrutta reti di mendicanti". 

 

Le tre città sono governate da giunte di centro sinistra ma Bettin sgombera però il campo davanti a una lettura di primi cittadini "sceriffi", stile Gianfranco Gentilini d'epoca Lega.

"Porto avanti questi discorsi da anni e non sono uno sceriffo - spiega Bettin -. La destra spara sul mucchio, se la prende con tutti i mendicanti, gli immigrati, i tossicodipendenti. La sinistra deve prendere la mira: dobbiamo colpire i comportamenti illegali, il racket e i soggetti che lo gestiscono".

Per Bettin "è inutile dare le multe. Bisogna colpirli nell'agibilità e non con fogli di via per comune, perché se no si spostano in quello vicino".

 

A dare spinta alla lotta comune 'PaTreVe', anche il fatto che nel maggio scorso Venezia aveva intrapreso una dura lotta contro i 'barbanera', nomadi di etnia rom, che molestavano il centro storico di Mestre con puntate fino a Venezia. Gli accattoni molesti si erano così spostati a Treviso. E l'aggravante dell'associazione per delinquere? "Non c'è contraddizione rispetto allo spirito di accoglienza e assistenza a chi ha davvero bisogno - spiega Bettin -. Serve per colpire davvero che sfrutta e opprime anche donne e bambini".

 

"Benvenuti nel club di chi fa qualcosa contro il racket dell'accattonaggio, visto che noi combattiamo contro questo fenomeno da sette anni, sempre contrastati dal centro sinistra locale". Questo il commento del sindaco di Verona Flavio Tosi all'iniziativa lanciata in questi giorni dai sindaci di Venezia, Padova e Treviso.

"A Verona possiamo portare l'esempio recente di un cittadino romeno di etnia rom, fermato e sanzionato dalla polizia municipale 119 volte nell'arco di un anno e mezzo - rileva Tosi -, oppure di un altro cittadino, sempre romeno di etnia rom, fermato e sanzionato 128 volte in un anno e mezzo. Per entrambi è stato chiesto al Prefetto un provvedimento di allontanamento, che è quello che oggi tecnicamente si può fare, e una volta decretato entrambi si sono recati a Bucarest per farsi fare un timbro dall'ambasciata che attestasse il loro effettivo rientro in patria, per poi ritornare immediatamente in Italia a riprendere l'attività di accattonaggio. Ora chiederemo nuovamente l'allontanamento".

 

"Il problema è che c'è un buco normativo dell'Italia - aggiunge Tosi - rispetto alle norme comunitarie, mentre invece altri paesi europei hanno applicato delle sanzioni che scattano in caso di rientro dell'allontanato prima del tempo stabilito. Per scelta del governo italiano per vanificare il provvedimento di allontanamento, è sufficiente che una persona si allontani, si faccia fare un timbro e torni".

"I tre colleghi sindaci, lo dico con simpatia - conclude - scoprono oggi l'acqua calda".

 


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