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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Aiuta i profughi, espulso dalla città. Di nuovo

Secondo foglio di via per Parrinello, che aveva già fatto ricorso al Tar, vincendo

| Stefania De Bastiani |

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Aiuta i profughi, espulso dalla città. Di nuovo

Pier Lorenzo Parrinello

VITTORIO VENETO - In quanto “persona pericolosa per la sicurezza pubblica” Pier Lorenzo Parrinello non potrà più mettere piede a Vittorio Veneto. Il "pericoloso" cittadino, che vive a Fregona e gestisce il circolo Gallo Rosso, è reo di essersi erto “arbitrariamente a portavoce dei profughi” ospitati al Ceis e di aver “alimentato in questi ultimi atteggiamenti di sfida e ostruzionistici nei confronti delle Forze dell’Ordine presenti durante le manifestazioni di protesta organizzate dai predetti profughi”.

 

I fatti. Lo scorso 18 dicembre Parrinello aveva accompagnato alcuni rifugiati con regolare permesso di soggiorno in municipio a Vittorio Veneto, per chiedere che l’Amministrazione trovasse per questi ragazzi, espulsi dal Ceis per aver ottenuto la protezione sussidiaria, un posto dove dormire. Un’emergenza abitativa che i giovani profughi avevano segnalato all’Ufficio dei Servizi sociali già una settimana prima, senza ricevere risposta. “I quell’occasione i ragazzi - spiega Parrinello - hanno risposto positivamente a ogni invito rivoltogli dalle forze dell’ordine tranne quello di entrare da soli in Comune per incontrare il vicesindaco e gli assessori. Hanno ottenuto che io fossi il loro portavoce”.

Quello che è stato etichettato come “atteggiamento di sfida” era insomma l'imposizione della clausola sine qua non i ragazzi - causa barriere linguistiche - non si sarebbero presentati all’appuntamento con gli assessori.

 

I precedenti. Parrinello era già stato espulso da Vittorio Veneto. Un foglio di via firmato dal Questore Cacciapaglia lo aveva raggiunto lo scorso agosto con la motivazione che il cittadino, in quanto "abituale frequentatore della Coperativa Integra di Vittorio Veneto, si faceva arbitrariamente portavoce dei profughi presenti, così provocando in più occasioni proteste da parte dei medesimi”.

Poiché proteste non ce n'erano state e dal momento che Parrinello non si era mai autoproclamato portavoce dei profughi ma aveva semplicemente interpretato le richieste di chi non conosceva la lingua e la burocrazia italiana portandole all’attenzione delle istituzioni, contro il provvedimento del Questore era stato fatto ricorso al Tar. Un ricorso vinto, mai contestato.

 

Il secondo foglio di via. Nonostante il provvedimento fosse stato annullato dal Tar e la sentenza mai appellata, un secondo foglio di via ha raggiunto Parrinello lo scorso dicembre. La risposta dell’interessato che, facendo cadere le accuse, chiedeva di essere sentito in presenza del proprio legale è stata ignorata e a febbraio una lettera firmata dal Questore ha ricordato a Parrinello che gli è proibito mettere piede a Vittorio Veneto per i prossimi tre anni.

 

La voce di Parrinello. “Da diversi mesi - spiega l’interessato - seguo il caso dei richiedenti asilo e dei profughi di Vittorio Veneto e denuncio con forza comunicativa le falle istituzionali e le disfunzioni organizzative, perché l'accoglienza possa essere gestita in maniera sempre meno emergenziale, mettendo a sistema le risorse e competenze del territorio che spesso vengono gestite con poca attenzione per i risultati e ancor meno rispetto per i diritti umani e politici di chi fugge da guerra e povertà”.

“La Costituzione italiana - ricorda Parrinello - garantisce la libertà di espressione, di organizzazione, di manifestazione del proprio pensiero, viceversa sembra che l'effetto, se non l'intento di questo nuovo provvedimento, sia quello di impedirmi di svolgere attività politica, di associazione e di solidarietà nel territorio di Vittorio”.

Parrinello è stupefatto: “Colpisce l'inappropriatezza e l'aspetto persecutorio del provvedimento, che sarà sollevato nelle sedi appropriate, ma ben più significativi sono per me gli attestati di solidarietà che vengono dalla società civile vittoriese, dall'associazionismo, dagli artisti che nel corso di queste settimane hanno fatto sentire la loro voce di protesta di fronte a questa infamia. Per chi sarei pericoloso?  - si chiede il cittadino - Mettere in discussione lo stato di cose è pericoloso solo per chi ha interessi nascosti da difendere, per chi non vuole che si ficchi il naso nell'incastro dei favori della cricca. A chi sta facendo un favore il Questore?”

 



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Stefania De Bastiani

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