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16 aprile 2024

Nord-Est

Al freddo e senza acqua calda, profughi protestano. Zaia attacca: "A casa loro!"

30 migranti lamentano mancato rispetto dei diritti. Per Zaia "non sono profughi"

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Al freddo e senza acqua calda, profughi protestano. Zaia attacca:

Foto d'archivio

VICENZA - Esiste un fondo europeo per i rifugiati. Una somma che viene distribuita tra i paesi che si stanno occupando di gestire l'accoglienza dei migranti, tra cui l'Italia. Questi sono soldi che vengono messi in circolo nel territorio ospitante e più sono i profughi più alta è la somma che entra nel nostro paese.

Con questi soldi l'ente che si occupa dell'ospitalità deve garantire a ogni profugo (coi 35 euro al giorno a persona attinti dal Fondo Europeo) tre pasti al giorno, una struttura idonea, servizi di assistenza, servizi per l'integrazione, prodotti per l'igiene personale e un pocket money di 2,5 euro al giorno.

 

Capita che questi servizi non vengano erogati come stabilito. Capita che i richiedenti asilo si accorgano che i loro diritti non vengono rispettati, che i fondi per gestire l'accoglienza non vengano spesi nel modo dovuto.

Capita che si arrabbino, per questo. E che denuncino la situazione.

Capita che rimangano inascoltati. O, peggio: travisati.

 

Siamo in Veneto, regione che si dichiara "ospitale" ma che è sempre più spesso teatro di asperità e conflitti. A Cesuna di Roana, sull'Altopiano di Asiago, ieri una trentina di profughi ha dato vita a una protesta per la mancanza di acqua calda e per il freddo patito nella struttura che li ospita. I migranti hanno dichiarato "di non trovarsi bene nella struttura altopianese, a causa del freddo", lamentando anche "l'assenza di acqua calda". Altri hanno invece protestato "per i tempi lunghissimi per avere i documenti utili per la loro regolarizzazione" e per "essere stanchi di mangiare pasta e le solite pietanze".

Una cosa hanno chiesto: incontrare il prefetto. Volevano spiegare a chi di dovere la situazione, denunciare le mancanze, chiedere spiegazioni, ottenere risposte e soluzioni.

Si sono dovuti accontentare del viceprefetto Massimo Marchesiello e di un biglietto di sola andata verso l'Altopiano dei Sette Comuni, per una struttura diversa. Forse più calda, forse più fredda.

 

L'episodio avrebbe dovuto scuoterci. Incuriosirci, farci riflettere: "Perché questi ragazzi, che hanno vissuto la guerra, la fame, le persecuzioni, che hanno attraversato il mare non sapendo se sarebbero (soprav)vissuti, ora si lamentano del freddo e della pasta?"

Noi non abbiamo riflettuto. E pare non l'abbia fatto nemmeno il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che in compenso ha tratto in fretta le proprie conclusioni e proposto una soluzione: "Rifiutano la nostra pasta? Vanno rimandati a casa". "Chi rifiuta il cibo che gli viene offerto - ha detto Zaia - non scappa da fame o miseria, e non ha la voglia di accettare la nostra cultura".

"Trovo vergognoso che questi 26 ragazzi in ottima salute, corpulenti e abili al lavoro, provenienti da paesi non certo in guerra, siano mantenuti a spese di cittadini veneti" ha continuato Zaia, che evidente non è a conoscenza dell'esistenza del fondo europeo per i rifugiati (dal quale i soldi vengono attinti e portati in Veneto, e non il contrario).

Zaia è passato poi dalle considerazioni ai suggermenti, invitando il Prefetto "a chiudere subito la pratica per il riconoscimento di uno stato di profugo che evidentemente non spetta a chi rifiuta il nostro cibo, e di rimpatriarli come da norma di legge". "Chiedo poi al governo - ha concluso Zaia -, che due settimane fa aveva annunciato con toni trionfalistici che l'Europa si sarebbe presa in carico soggetti di questo tipo, cosa stia aspettando a liberare Cesuna dalla presenza di migranti, evidentemente non soddisfatti e stanchi della nostra ospitalità".

 

Anche Matteo Salvini non ha tardato a dire la sua: ''Ditemi voi se è un paese normale questo in cui leggo che degli immigrati ospiti in un hotel alpino sull'altopiano vicentino vanno in giro a protestare perché si annoiano e perché gli danno da mangiare la pasta. Ma gente così venga mandata a casa subito, col primo volo!''

 

Su una cosa, Salvini, ha ragione: "Ditemi voi se è un paese normale, questo".

 



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Stefania De Bastiani

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