25/04/2024pioggia debole e schiarite

26/04/2024nubi sparse

27/04/2024nubi sparse

25 aprile 2024

Vittorio Veneto

ALL'OMBRA DEI GAZEBI E DENTRO L'URNE

Propaganda preelettorale sul viale della Vittoria. Tra palloncini, ciliegie e pance (da nascondere)

| |

| |

ALL'OMBRA DEI GAZEBI E DENTRO L'URNE

Vittorio Veneto - All'ombra dei gazebi (di partito e/o lista) che ieri e oggi hanno puntellato il centro città non c'era (quasi) traccia di propaganda elettorale. I vigili, applicando un decreto legge del 1956 (mai archiviato o aggiornato), hanno infatti invitato gli esponenti delle diverse liste elettorali a rimuovere bandiere, manifesti o simboli riconoscibili dei partiti o delle coalizioni.

Il veto pare si sia materializzato in seguito a un confronto tra i referenti delle liste e la responsabile dell'ufficio elettorale comunale, che ha ricordato come, durante i 30 giorni precedenti le votazioni, sia vietato esporre pubblicamente bandiere, eccetera.  A quanto pare, il decreto legge sarebbe stato interpretato “morbidamente” se tutti avessero chiuso un occhio. Ma qualcuno s'è impuntato e allora il comune ha deciso d’essere fiscale. Di proibire bandiere e loghi, sotto i gazebi. 
E allora? E allora c’è chi s’è ingegnato di più (e chi meno).

Rispettosi della norma, “Lista Di Pietro, Italia dei Valori” e “Sinistra vittoriese, Costantini sindaco”, anziché adesivi, pins e banderuole hanno messo a disposizione dei simpatizzanti delle ciliegie ("amarasche", credo), altri (Carlo Casagrande e Lega) hanno riempito il gazebo di palloncini-con-slogan-inneggianti. Altri hanno fatto finta di nulla. O quasi

La responsabilità dei gazebo vittoriesi sguarniti di simboli, per Sergio Balliana della lista Di Pietro Italia dei Valori, va imputata alla lista che ha premuto perché la norma anti-simbolo venisse rispettata “che è poi – ha detto Balliana – la stessa lista che l’ha disattesa”.

A mettere in vista le foto del candidato sindaco (in barba alla norma) ieri, sul viale della Vittoria, sono state le liste "Giorgio De Bastiani sindaco" e "Udc", i cui esponenti, non hanno rinunciato a connotarsi con i rispettivi simboli. "Me ne sbatto le palle di questa legge - ha detto Ottavio Pasquotti. - Il veto, applicato solo dal comune di Vittorio Veneto e interpretato in maniera restrittiva, è da repubblica, anzi: da dittatura, bossiana. Noi stiamo chiedendo disposizioni e chiarimenti alla prefettura, ma temiamo che questi arriveranno solo dopo la campagna elettorale. A noi comunque pare che vietare l'esposizione delle bandiere delle liste o dei partiti sia un sintomo di paura da parte della Lega. E questo dovrebbe far riflettere".

"In realtà - è intervenuto Giorgio De Bastiani - le mie liste sono state tra le più corrette e rispettose durante questa campagna elettorale: noi non abbiamo fatto come il Pd o la Lega che hanno affisso i manifesti per le amministrative sullo spazio riservato alle europee, non siamo andati in giro per la città con furgoni con i simboli e le immagini dei candidati in lista...Sono stati molti i comportamenti scorretti da parte delle liste avversarie che abbiamo segnalato ai vigili di Vittorio Veneto. E comunque non comprendiamo questo oscuramento: a Fregona, dove sono passato per portare i miei figli a karatè, ho notato simboli e bandiere e vetrine coperte da manifesti. Perché a Vittorio s'è vietata la propaganda?"

“Non poter esporre una bandiera per noi non è tanto grave – ha commentato Alberto Della Giustina, candidato a sostegno di Carlo Casagrande -. Anche perché noi non siamo un partito, non abbiamo bandiere: siamo una lista civica. E comunque…abbiamo sostituito le bandiere coi palloncini, che sono leciti, no?”

Palloncini verdi anche per l’ombrellone della Lega nord, che in dotazione non aveva ciliegie ma salviette, anzi fazzolettini con l’Alberto (da Giussano). “Ma il gazebo – abbiamo chiesto a Pietro Sandre, candidato leghista – serve anche se è poco-decorato?” Risposta: “Il gazebo è nato con la lega. Per noi è un simbolo. Anche se non ne avremmo bisogno. La gente ci conosce."

Sotto il gazebo della lista “Il popolo della libertà, Berlusconi per De Bastiani”, i simboli sono rari, seminascosti. Ma in bella mostra c’è il libro-pamphlet del senatore Maurizio Castro (Dialoghi su Vittorio) e lo stesso Castro, che all’ombra del telone sfodera bonomia e buonumore (“Devo mettermi in posa per la foto? Allora devo nascondere la pancia!”).

Di là dalla strada, ai giardini, sotto il solleone del mezzogiorno, sta il gazebo di Forza Vittorio.
Alla (mitica, modestamente) domanda “Il gazebo serve? È utile in campagna elettorale?” un tale (che non vuole proprio dirmi il suo nome, ma in compenso mi chiede per chi ho intenzione di votare) risponde: “Serve per ripararci dal sole. Infatti ci hanno negato l’ombra. Non abbiamo potuto sistemare il gazebo sotto gli alberi….. Ma questa è una battuta. Non la scriva.” (Troppo tardi: il mio taccuino degli appunti (un moleskine originale) è implacabile e appunta anche battute fuoriscena).

Ai giardini (fine della “vasca”) è collocato pure il gazebo della lista a sostegno di Mario Da Re. Anche a loro facciamo la domanda-clou. Il gazebo è utile? E non vi pesa il fatto di non poter esporre bandiere e simboli? “Il gazebo ci ripara – risponde, in una sorta di deformazione professionale l’architetto-in-lista Maria Dolores Schiratti -. Ah! ma forse tu volevi sapere se era utile politicamente…In effetti, a Vittorio Veneto, oggi passeggiano più foresti che vittoriesi. Quindi probabilmente sarà più efficace il volantinaggio che faremo domani al mercato. Quanto alle bandiere, possiamo farne a meno: preferiamo esporre noi stessi piuttosto che qualche vessillo.”

Emanuela Da Ros

 

GURADA LA GALLERY

 


| modificato il:

Leggi altre notizie di Vittorio Veneto
Leggi altre notizie di Vittorio Veneto

Dossier

ELEZIONI GIUGNO 2009

La Marca al voto: tutti i risultati delle elezioni amministrative ed europee del 6 e 7 giugno 2009

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×