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29 marzo 2024

Treviso

Red Canzian è il testimonial della nuova riabilitazione cardiaca di Treviso

Canzian, nei mesi scorsi ricoverato al Cà Foncello per un'infezione al cuore, promuoverà l'innovativo protocollo sanitario

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Francesco Benazzi, Red Canzian, Luca Zaia

TREVISO - All’ospedale di Treviso nuova riabilitazione che coinvolgerà circa 800 pazienti all'anno sottoposti a intervento al cuore. La durata media del ricovero in terapia intensiva si attesta sui 3 giorni, mentre la degenza complessiva nel reparto di cardiochirurgia si attesta sui 7 giorni. Per la riabilitazione servono dalle 2-3 settimane. Proprio per questa fase ai pazienti cardiochirurgici viene applicato un nuovo protocollo presentato oggi al Cà Foncello alla presenza del direttore generale dell'Ulss2, Francesco Benazzi e Red Canzian, recentemente curato all'ospedale di Treviso per un'infezione al cuore, che ha scelt di fare da testimonial al percorso. "Ho accettato di essere testimonial - ha detto Canzian - perchè trovo straordinario il discorso della preparazione pre intervento. Ho capito nei due mesi di degenza il vero senso del prendersi cura della persona".

Il percorso riabilitativo, costruito su misura del paziente da un team multidisciplinare di medici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti e oss, inizia alcune settimane prima dell’intervento con una parte informativa ed educazionale e una parte di riabilitazione respiratoria e/o motoria. Tutte queste attività vengono svolte sia in ambulatorio che da remoto (teleriabilitazione). Il paziente viene monitorato e seguito dal team: arriva all’intervento nelle migliori condizioni possibili ed eventuali cambiamenti repentini vengono monitorati e gestiti. Il trattamento riabilitativo pre-intervento riguarda anche tutti i pazienti che vengono ricoverati e vengono operati in urgenza, con una presa in carico di alcuni giorni prima dell’operazione.

La fase post operatoria fase inizia già poche ore dopo l’intervento, in terapia intensiva cardiochirurgica, e ha l’obiettivo di ridurre al minimo le complicanze post intervento e ridurre la durata della degenza in ambiente intensivo. Prevede: riabilitazione respiratoria: tosse efficace, tecniche di riespansione e disostruzione, riabilitazione motoria: posizione seduta con il letto, seduto a bordo letto, semplici esercizi per le braccia e le gambe. Se il paziente è stato addestrato prima dell’intervento molte cose le sa già fare e quindi le farà sia con l’aiuto e/o con la supervisione del fisioterapista, ma anche con la supervisione dell’infermiere e, se in grado, anche in autonomia.

“In questo modo - spiegano - viene migliorata la qualità della vita del paziente sia nel pre-intervento che nel post, il paziente è monitorato, seguito da un team ed ogni cambiamento repentino viene evidenziato e valutato subito sia pre-intervento sia quando il paziente rientra a casa con una riduzione della degenza in terapia intensiva e in reparto”.

“È una pietra miliare della riabilitazione cardiochirurgica – ha detto Luca Zaia ringraziando Red Canzian per aver voluto esserne testimonial – grazie all’attenzione con cui medici e infermieri si approcciano ai problemi del paziente, e grazie alla scelta di lavorare in squadra inserendo nella squadra anche il paziente, nella quale, dal bisturi all’infermiere, si crea una catena virtuosa di comunità d’intenti e attenzione a ogni singolo caso. Anche questa volta – ha sottolineato il governatore – facciamo la scelta dell’iperspecializzazione, come fu con la creazione delle breast unit assistere con team multidisciplinari le donne malate di tumore dalla diagnosi alla guarigione, che oggi supera il 90% a 5 anni”.

 


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Isabella Loschi

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