Amazzone inglese di 31 anni: "Voglio il suicidio assistito"
La scelta dopo un grave incidente a cavallo: la morte è avvenuta sabato scorso
Caroline March (Instagram)
REGNO UNITO - Caroline March, amazzone inglese di 31 anni, si è spenta sabato scorso: aveva recentemente reso nota la sua drammatica scelta di perseguire il suicidio assistito. Dopo essere rimasta paralizzata a seguito di un grave incidente a cavallo avvenuto nel 2022, ha deciso di porre fine alle sue sofferenze attraverso il suicidio assistito. Essendo questa pratica illegale nel Regno Unito, Caroline ha scelto di recarsi all'estero per compiere il suo atto finale.
La notizia è stata annunciata attraverso una toccante lettera pubblicata sui social media il giorno successivo alla sua decisione. Nella lettera, Caroline esprimeva il suo desiderio di essere compresa appieno per la persona che era e per la decisione estrema. La campionessa di eventing, disciplina che unisce dressage, corsa cross-country e show jumping, aveva subito l'infortunio grave in seguito a una caduta da cavallo avvenuta a Norfolk quasi due anni prima.
Nonostante mesi di cure ospedaliere e terapie, comprese sperimentazioni con cellule staminali negli Stati Uniti, Caroline non è riuscita a riprendersi dall'incidente. Definendosi testarda e indipendente, ha spiegato la sua impossibilità di accettare la sua attuale condizione fisica. La sua morte ha lasciato un vuoto nel mondo dell'equitazione e ha sollevato dibattiti sulla questione del suicidio assistito e sulle sfide affrontate dalle persone con disabilità.
LA LETTERA SUI SOCIAL
“Non so nemmeno da dove iniziare a scrivere questo. Idealmente, non vorrei dire nulla perché le persone che amo sanno, ma naturalmente tutti sentiranno il bisogno di esprimere la propria opinione. Io non ho mai capito l’ossessione della società per la longevità, e il bisogno di vivere il più a lungo possibile. Un famoso filosofo, Alan Watts, diceva: ‘preferirei avere una vita breve piena di quello che amo fare, che una lunga vita passata in un modo miserabile’”.
E poi ancora “Il suicidio assistito è qualcosa in cui ho sempre creduto e ho sempre detto che se mi fosse successo qualcosa e se fossi stata costretta in una posizione in cui non avrei potuto avere la qualità di vita che volevo, avrei scelto quella strada. Non voglio mentire: non avrei mai immaginato di usufruirne, ma eccoci”.
Nel messaggio Caroline sottolinea di rispettare chi ha saputo costruirsi una vita dopo un infortunio del genere, ma che “nessuno può davvero capire quello che sto vivendo. Non è questa l’esistenza che voglio. La vescica e le funzioni intestinali, le funzioni sessuali, l’impossibilità di fare quello che amo... Ho ricevuto tanto amore in questi anni, e vorrei che l’amore potesse ripararmi o rendere tutto sopportabile, ma non può”.