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28 marzo 2024

Treviso

ANCHE IL CANE DALL’ANALISTA

Corsi di 10 ore per i cani e i loro padroni

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ANCHE IL CANE DALL’ANALISTA

VENEZIA – Aggressivo? fobico? timido? ciclotimico? depresso-a-rischio suicidio? Se il vostro cane manifesta una di queste “patologie” psichiche non perdete altro tempo. Mettetelo sul lettino dell’analista. Anzi del “veterinario comportamentalista”. Una nuova figura professionale, nata dalla fantasia non dei cani, ma degli uomini. E dal bisogno degli ultimi, prima che dei primi, di essere come normalità comanda.

Drizzate le orecchie (si fa per dire, naturalmente). Se finora la branca della psicanalisi si trovava solo all’interno della medicina umana, d’ora in avanti le cose potrebbero cambiare. “La giurisdizione italiana – spiega il veterinario vittoriese Renzo Piccin – non prevede una specializzazione in psicanalisi della medicina veterinaria, come invece accade per la medicina umana, però da qualche tempo sono stati avviati dei corsi di formazione per “veterinari comportamentalisti”. Si tratta – detto brutalmente – di una specie di “strizzacervelli” per cervelli animali. Veterinari che hanno il compito (arduo, viste le difficoltà di scambio linguistico) di capire perché un cane soffra nella psiche e da che cosa sia determinato il suo disagio, la sua ansia, la sua tensione, il suo stress. In un paio di parole-chiave: il suo “disturbo dell’umore”.

Perché, sì: d’accordo, al cane manca la parola, ma un’anima e una personalità ce l’ha pure lui. E se ha la psiche, visti i tempi che corrono, ha bisogno pure lui di psicologi o psichiatri che siano. Forzature a parte, la regione Veneto ha pubblicato “un’ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani” in cui spiega come e cosa devono fare proprietari e “cani impegnativi” (eufemismo per “morsicatori”). Entrambi devono seguire dei corsi teorici di almeno 10 ore e sostenere un esame davanti a tre professionisti per ottenere un “patentino” che li renda adeguati a vivere nella società civile. Il corso deve essere tenuto da veterinari abilitati a osservare e correggere il comportamento del cane problematico, ma anche del suo padrone. Tra le materie di studio vi è infatti la “Gestione e educazione del cane e del suo proprietario”.

Insomma, se 5 anni fa, con la legge Sirchia era stata stilata una lista dei cani pericolosi, oggi le cose (e forse i cani) sono cambiate. Secondo la legge (dello Stato o di Natura?) non esistono cani cattivi, ma cani impegnativi. Cani che hanno qualche problema relazionale, cani che aggrediscono per mascherare la timidezza, cani che soffrono di ansia da separazione o deprivazione, cani fobici, cani nevrotici come Woody Allen ma senza il fiuto dell’humor. “Perché anche i cani – ci conferma il dottor Piccin - hanno indoli diverse, determinate dal codice genetico (vedi i rottweiler o i pittbull), dallo stile di vita (vedi i pincher, che Piccin definisce un po’ biliosi e prepotenti”) o dall’incapacità del proprietario di farsi ascoltare. Perché pare ci siano bestiole così viziatieche, la sera, pretendono di occupare il posto del padrone sul divano davanti alla tivù. Poi non lamentiamoci se nel palinsesto ci sono delle trasmissioni da cani.

Emanuela Da Ros

 


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