CONEGLIANO - "Che senso ha fare le mostre del Cima, e vantarsene, per poi devastare gli stessi luoghi ritratti nei quadri esposti nei più grandi musei di tutto il mondo?". Alessandro Bortoluzzi (in foto), ex segretario del Pd e tuttora membro del circolo democratico di Conegliano, rivolge la domanda a se stesso, ai cittadini, e  - soprattutto -  al sindaco Floriano Zambon che "parla di tutela del paesaggio, di turismo, di cultura", per poi - questa l'accusa di Bortoluzzi - "prediligere le ruspe alle colline".

Al centro della polemica è, nuovamente, il cemento. "Raccolgo in queste ultime settimane molte proteste di cittadini inorriditi e offesi per la costruzione che sta sorgendo sulla collina di Monticella, in corrispondenza di Via Molena. - fa sapere il consigliere del Pd - Non è difficile individuarla, perché è enorme. Mi chiedo cosa deve accadere ancora in questa città prima che l’amministrazione comunale si renda definitivamente conto che non si può più ancora consumare territorio in questa maniera".

"In Veneto e in particolare a Conegliano - puntualizza Bortoluzzi - abbiamo confezionato un vero disastro. Il paesaggio è stato violentato con la costruzione di capannoni tirati su quattro pilastri, destinati a crollare sugli operai alla prima scossa di terremoto. Sulle nostre colline svettano orride casette con il tetto al contrario, o semplicemente inguardabili". "Il buon senso direbbe basta, tuteliamo almeno qualche scorcio collinare rimasto intatto: e invece no. Il Cima si starà di certo rivoltando nella tomba - scherza il consigliere - pensando che esattamente lì, sulla sommità di quella collina dove ebbe l’intuizione di adagiare una elegantissima Sant’Elena che si sorregge ad una croce, adesso si cola cemento in quantità".

Sant'Elena, Cima da Conegliano, olio su tavola, 1495