Andava a prendere la nipotina 14enne a scuola e la violentava
Condannato a 9 anni
ASTI - Una condanna a nove anni di carcere e un risarcimento di 100 mila euro. Questa è stata la sentenza emessa dal tribunale di Asti nei confronti di un uomo di 65 anni, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale sulla sua stessa nipote dieci anni fa, quando la vittima aveva soltanto 14 anni.
L'orrore si consumava nell'ombra, tra le mura domestiche, dove il colpevole approfittava dell'assenza della moglie per perpetrare i suoi crimini. La giovane ragazza veniva affidata dai suoi genitori allo zio, che puntualmente la prelevava a scuola per condurla a casa. Ma ciò che doveva essere un momento di sicurezza e protezione si trasformava in un incubo quotidiano per la giovane vittima.
La violenza ripetuta che ha segnato la vita di questa ragazzina coraggiosa, che oggi è una giovane donna, ha finalmente trovato giustizia solo nel 2020, quando la ragazza, dopo aver vissuto per anni nel silenzio e nell'angoscia, ha deciso di denunciare le violenze subite ai carabinieri.
Le indagini che ne sono seguite hanno svelato un quadro raccapricciante di abusi e violenze perpetrate da uno zio senza scrupoli. Ora, con la condanna emessa in primo grado, la giustizia ha stabilito che l'autore di tali orrori dovrà scontare nove anni di carcere, ma la ferita inferta alla giovane vittima difficilmente potrà guarire completamente.
"Il verdetto rappresenta un passo importante verso la giustizia per la nostra assistita", ha commentato l'avvocato che ha difeso la ragazza durante tutto il processo. "Non c'è sentenza né ci sono risarcimenti che possano rimediare al danno subito dalla mia assistita. Tuttavia, questa sentenza rappresenta una speranza per le tante vittime di violenza, affinché possano trovare la forza di spezzare la catena e riemergere, riprendendo in mano la propria vita."
La giovane ragazza, che ha trovato il coraggio di confessare le violenze subite proprio a scuola, dopo essersi sentita male, ha dimostrato una straordinaria forza d'animo nel denunciare il suo aguzzino e affrontare un processo doloroso e difficile.