Arriva il “mangiatore di api”. Ed è fichissimo
Sui litorali adriatici i primi turisti sono i gruccioni: socievoli, monogami, colorati come un arcobaleno
| Emanuela Da Ros |
In Inghilterra li chiamano ‘Bee- Eater’, cioè mangiatori di api. Perché un terzo della loro dieta è proprio costituita da api. Ma sono ghiotti anche di libellule, farfalle, cicale...che divorano in gran quantità visto che nell’arco della giornata arrivano a nutrirsi di 200 insetti.
Di chi parliamo?
Dei gruccioni, piccoli uccelli variopinti, che dopo aver percorso 15 mila chilometri (dall’Africa, dall’India, dallo SriLanka) sono arrivati in spiaggia. A Jesolo, Caorle, Eraclea...su tutto il litorale adriatico.
In queste aree vengono infatti a metter su famiglia, scavando su pareti verticali e sabbiose come le sponde dei fiumi dei cunicoli che possono arrivare fino a 5 metri di lunghezza. In fondo alla tana, depongono le uova sferiche che poi vengono covate per una ventina di giorni prima di schiudersi.
Il bello dei gruccioni è il loro piumaggio sgargiante, esotico: le piume sono castane, azzurre, gialle, arancioni, nere, verdi. Un arcobaleno di colori dipinge questi uccelli che possono arrivare a una lunghezza di 30 centimetri e pesare dai 50 ai 70 grammi.
Socievoli - nidificano in colonie - i gruccioni sono uccelli monogami.
Il maschio per conquistare la femmina la invita a cena, cioè le offre del cibo, e se lei accetta è fatta. I due mettono su casa, curano entrambi i piccoli nati facendosi aiutare per procurare loro il cibo dai ‘parenti stretti’. Le nozze avvengono proprio in questo periodo: maggio e giugno sono i mesi in cui i gruccioni si ‘sposano’ e figliano.
Alla fine dell’estate faranno i bagagli per tornarsene in Africa o in India, ma prima saliranno tutti insieme sulle cime montane della terra che li ha accolti, sul Pizzoc per esempio, e col loro criiiich criiiich ci diranno “Arriverderci, al prossimo anno”.
Un difetto? Sì, ce l’hanno pure loro. Ed è legato alla loro dieta. Sono appunto avidi mangiatori di api e se prendono di mira un apiario chi li ferma?
Credits foto e video: Renato Palazzi, Agenzia Regionale Veneto Agricoltura