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29 marzo 2024

Italia

Ashley, il 27enne fermato confessa: "L'ho uccisa ma non volevo"

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Ashley, il 27enne fermato confessa:

Ha ammesso le proprie responsabilità Cheik Tidian Diaw, 27enne senegalese fermato per l'omicidio di Ashley Olsen , la giovane americana uccisa a Firenze. Durante le quattro ore di interrogatorio, il giovane avrebbe detto che non voleva ucciderla e che lei avrebbe battuto la testa cadendo a terra durante una lite scoppiata dopo il loro rapporto sessuale. Ci sono "gravissimi indizi di colpevolezza" a carico di Cheik, ha detto in conferenza stampa il procuratore capo Giuseppe Creazzo il quale sottolineando che il giovane "ha fornito una versione dei fatti sostanzialmente ammissiva". "Su questo punto non aggiungerò altro per il massimo rispetto che si deve al giudice che deve ancora esaminare gli atti", ha poi aggiunto.

 

Cheik Tidian Diaw è stato fermato intorno a mezzanotte "per omicidio aggravato dalla squadra mobile in un'abitazione in via Andrea del Castagno a Firenze, dove abitava da quando era arrivato da alcuni mesi in Italia" ed è stato interrogato fino alle 4 del mattino.
Il movente del delitto non è stato ancora chiarito e il senegalese non sarebbe stato in grado di fornirlo durante l'interrogatorio. I due si sono incontrati per la prima volta nella notte tra giovedì 7 e venerdì 8 gennaio al night club. "Non risulta che si conoscessero", ha detto ancora il procuratore affermando che il delitto è avvenuto "nelle prime ore di venerdì 8 gennaio", come ha accertato l'autopsia.

 

"Non c'è traccia di gioco erotico", ha sottolineato Creazzo precisando: "E' possibile che i due protagonisti non fossero esattamente lucidi". "Aspettiamo gli esami tossicologici su Ashley - ha aggiunto - Abbiamo elementi per pensare che avessero assunto sostanze che non li rendevano lucidi, alcol sicuramente, ma forse anche qualche altra cosa". Nato nel 1988, il 27enne era "un soggetto del tutto sconosciuto" alle forze dell'ordine. Risulta "incensurato ed era arrivato da pochi mesi in Italia, da clandestino, per raggiungere il fratello". Non risulta che fosse uno spacciatore e ha detto agli investigatori che viveva "facendo piccoli lavori", come ad esempio distribuire volantini per le discoteche.

La Procura gli contesta il reato di omicidio aggravato dalla crudeltà e per aver agito a danno di un soggetto in posizione di minorata difesa. Gli investigatori hanno lavorato per giorni fino ad arrivare al fermo ieri a tarda notte disposto dalla Procura di Firenze.

 

Abbiamo dovuto chiudere le indagini per impedire che il sospettato fuggisse. Le prove finali, decisive che ci hanno indotto a emettere il fermo sono arrivate solo ieri sera e consistono nel risultato delle analisi del dna", ha detto ancora Creazzo.
"Le prove decisive" provengono da una profilattico e una cicca di sigaretta ritrovati nel bagno dell'appartamento preso in affitto da Ashley Olsen. Su entrambi sono state trovate le tracce biologiche del senegalese, come hanno rivelato le indagini scientifiche. Dai reperti biologici prelevati sul corpo della ragazza è emerso che prima dell'omicidio c'è stato "un rapporto sessuale consenziente". E sotto le unghie della 35enne sono state trovate tracce biologiche "appartenute allo stesso soggetto fermato", ha precisato il procuratore capo. La squadra mobile della questura è riuscita con "uno stratagemma" a prelevare alcuni campioni di dna a Diaw, che era già sorvegliato come sospettato. La polizia gli ha 'fornito' una sigaretta da cui poi è stata estratto il dna che è servito al laboratorio della polizia scientifica per la comparazione.
 

Oltre alle "prove decisive" emerse dagli esami del dna, alcuni testimoni hanno visto Diaw allontanarsi la notte tra giovedì 7 e venerdì 8 gennaio dalla discoteca 'Montecarla', in via de' Bardi, in compagnia di Ashley. Altri testimoni hanno visto i due entrare insieme nel'appartamento di lei. Riscontri a queste circostanze sono arrivate anche da filmati delle telecamere di videosorveglianza posizionate nel quartiere di Santo Spirito. Cheik Tidiane Diaw è stato quindi l'ultimo che ha visto la vittima, hanno accertato gli investigatori durante le indagini per l'omicidio. Quando a mezzanotte è stato dichiarato in stato di fermo nella casa in cui abitava, agli agenti ha detto: "Perché?". Poi ha rilasciato dichiarazioni spontanee molto vaghe. Durante l'interrogatorio durato oltre quattro ore, Diaw ha ammesso le proprie responsabilità.

 



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