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24 aprile 2024

Treviso

Aumento dei costi e operatori in fuga: "Case di riposo a rischio collasso"

L'allarme lanciato dalla Cgil: "Servono maggiori risorse"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Aumento dei costi e operatori in fuga:

TREVISO - “Preoccupa la situazione delle case di riposo trevigiane”. L’emergenza coronavirus da un lato ha svuotato i centri servizi per anziani, i più colpiti dalla pandemia nei mesi scorsi, e dall’altro ha visto aumentare esponenzialmente i costi per far fronte alla messa in sicurezza di ospiti e operatori.

L’allarme è stato lanciato nei giorni corsi dalla Cgil di Treviso che ha già consegnato 10mila firme al governatore Zaia per chiedere un confronto e mettere in piedi una riforma sulla gestione delle case di riposo.

Risorse inadeguate e ristori esigui rispetto ai costi sostenuti dalle case di riposo rischiano di determinare una instabilità finanziaria: “Se non si interviene al più presto con risorse aggiuntive il timore - ha spiegato Paolino Barbiero leader dei pensionati della Cgil - è che oltre al taglio dei servizi e all’aumento delle rette per i nostri anziani, i centri servizi possano andare incontro al fallimento con una perdita di posti di lavoro”. Nella Marca ci sono 5.061 posti letto accreditati, le impegnative di residenzialità sono pari a 4.159 e non soddisfano completamente il bisogno (4.856). Sono poi 902 i posti a retta piena, ovvero quasi il 18%. “La Regione ha tolto 30 milioni dall’area anziani rispetto alla ripianificazione del 2019: si è passati da 119 milioni a 89 milioni – sottolinea Barbiero – cominciamo a rimettere i 30 milioni che mancano così da assicurare le cure a tutti gli anziani”.

L’altro fronte è quelli dei lavoratori. Durante l’emergenza Covid circa il 30% dei lavoratori nell’ambito delle case di riposo si è spostato nella sfera della sanità pubblica, bisognosa di forza lavoro per far funzionare i nuovi servizi attivati per far fronte alla pandemia. “Oltre a mancare gli operatori, non c’è parità di trattamento economico e contrattuale tra lavoratori delle strutture pubbliche e private”.

 


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Isabella Loschi

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