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30 novembre 2024

Treviso

"Avanti con la città pedonale, basta con sterile chiacchierio"

Pomini, presidente della Confcommercio Treviso invita a guardare al futuro con una nuova identità territoriale

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

TREVISO – “Occorre dare identità e vocazione ai quartieri ed andare oltre il penoso gioco “dei veti incrociati”. “Basta con chiacchiericci sterili, vecchi ed incapace di cambiare”. Queste le dure parole del presidente dell’Ascom-Confcommercio, Guido Pomini, dopo la riunione infuocata di martedì scorso all’auditorium Stefanini sulla pedonalizzazione, dove si sono scontrate le varie anime del commercio e l’amministrazione.

 

“Serve uno sguardo sul futuro della città chiedendo a tutti di allargare gli orizzonti e di pensare con un’ottica diversa dal passato – attacca Pomini - Treviso “non è più” quella di uno o due decenni fa, nemmeno quella di cinque, sei anni fa, ma “non è ancora” la città “smart”, moderna, efficiente, tecnologica, del futuro, quella tratteggiata nella campagna elettorale di un anno fa, quella che, in pratica, vorremmo tutti. Con piazze animate, parcheggi comodi, wi-fi, tavolini all’aperto, verde, mezzi pubblici efficienti e sostenibili”. Secondo il presidente Pomini oggi siamo in una fase di transizione e la pedonalizzazione è un “processo dal quale non si può prescindere per ripensare il centro storico”, ma “è solo uno dei passaggi indispensabili che potranno concorrere a ridisegnare la città che non c’è ancora”.

 

“Il futuro - spiega - dipende non solo dall’esito di una corretta pedonalizzazione- che non potrà di certo fermarsi di fronte ai timori di pochi o alle accuse infondate di alcuni – sottolinea Pomini riferendosi all’ala dei commercianti rivoltosi - ma anche dalla capacità di dare forza, identità e vocazione ai quartieri, in una logica territoriale che dovrà trasformarsi in una nuova coesione. Non dovrà essere “smart” solo la “city”, ma l’intero “land”, ovvero la corona di quartieri ed il territorio circostante. “Ogni quartiere deve riscoprire una vocazione autentica, liberando potenzialità e risorse, e su quella costruire il proprio futuro, trasformando così l’intera città in un luogo di scambio propulsivo con più anime e più cuori pulsanti, abbandonando la logica dell’unicità del centro, inteso come punto di attrazione e palcoscenico di grandi eventi, e dell’abbandono contestuale delle periferie e dei quartieri”.

 

“La Confcommercio - prosegue - mette a disposizione delle imprese, ma anche dell’Amministrazione, per ogni quartiere, fiduciari e delegati, con l’obiettivo di assicurare il massimo della capillarità, della rappresentanza e dell’interazione nel territorio: 9 imprenditori (uno per quartiere), veri “sensori” del territorio che operano a stretto contatto con residenti ed imprese e che sono in grado di trasferire all’Associazione ed alle Istituzioni difficoltà ed esigenze specifiche, ma anche soluzioni”.

 

“Solo attraverso un cambiamento vero – conclude - potremmo definirci tutti, imprenditori compresi, cittadini “trevigiani”, ma anche “europei” e del “terzo millennio. Diversamente rischiamo solo di fermare il futuro e di diventare vittime di una retorica vuota che rende la trevigianità uno sterile e poco qualificante chiacchierìo, vecchio ed incapace di cambiare. Il dibattito di questi giorni, purtroppo, lo sta dimostrando”.

 


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