19/04/2024velature sparse

20/04/2024possibili temporali

21/04/2024poco nuvoloso

19 aprile 2024

Vittorio Veneto

"Basta centraline sul Meschio": la protesta di Legambiente del Vittoriese

L’appuntamento è per sabato 25 gennaio alle 14, con il ritrovo presso le scuole di via Pontavai a Vittorio Veneto

|

|

Foto di Roberto Guglielmi

 

VITTORIO VENETO - “Il fiume Meschio è da sempre la spina dorsale dell’assetto naturale, paesaggistico e produttivo di Vittorio Veneto, ma negli ultimi decenni il delicato equilibrio tra natura e uomo, che nei secoli ha definito il territorio del vittoriese - avendo come matrice principale il fiume – è quasi completamente sparito”: lo dice in una nota Legambiente del Vittoriese.

 

Il Meschio è Sito d’Importanza Comunitaria per la presenza di un raro vertebrato acquatico, la Lampreda Padana, e mantiene, anche nel suo tratto urbano, una vitale popolazione di Merlo Acquaiolo, uccello la cui vita è legata alla acque fluenti e limpide del fiume.

 

“Il ripristino degli antichi sbarramenti per l’attivazione delle micro centrali idroelettriche ha riproposto la vecchia frammentazione del corso del Meschio, interrompendo il continuum fluviale e bloccando di fatto il mirabile processo di rinaturalizzazione spontanea che lo aveva reso uno dei fiumi della provincia di Treviso più ricchi di biodiversità – continuano da Legambiente -. Con il decreto Fer 1, gli incentivi statali all’idroelettrico sono stati reintrodotti su tutti i corsi d’acqua, anche quelli più naturali, ad alta quota, in luoghi non ancora antropizzati. Unica condizione sarebbe il rispetto delle linee guida ministeriali e delle Tabelle del Decreto Direttoriale 29 del Ministero Ambiente. Nell’applicazione sui territori, però, c’è il rischio concreto che anche questa garanzia venga scavalcata: ecco perché Legambiente ha organizzato per il 25 gennaio un sit-in sui torrenti, per sollevare la questione a livello nazionale, in particolare chiamando in causa il Ministro dell’ambiente. Abbiamo pensato anche ad un simbolo/portavoce: il Cottus gobio detto comunemente Scazzone. Questo pesce è diffuso in tutta l’Europa. La specie, in Italia, è minacciata soprattutto a causa delle opere di regimazione dei corsi d’acqua e dalla diminuzione delle portate oltre che dall’inquinamento. Nel fiume Meschio, lo scazzone – marson – è ancora una specie presente e ben distribuita, purtroppo le escavazioni in alveo per la costruzione di centraline, per il riassetto artificiale delle sponde o per qualsiasi altro intervento di regimazione idraulica stanno minacciando seriamente la sua sopravvivenza”.

 

“Il sit/In – flash mob di sabato 25 gennaio sarà anche un’occasione per riproporre la vecchia idea, ma sempre attuale, del parco fluviale-cittadino del Meschio anche perché la capacità di resilienza della natura si sta realmente dimostrando in questo fiume che, nonostante tutto, mantiene caratteristiche naturali importantissime e poco conosciute anche dagli stessi vittoriesi – dichiara l’associazione -. Attualmente, le normative vigenti in materia di concessioni per uso idroelettrico, prevedono che gli sbarramenti siano dotati di scale di monta per pesci e che venga garantito un deflusso minimo vitale tale da garantire il mantenimento delle caratteristiche naturali del fiume anche nei tratti derivati. Purtroppo, i parametri imposti dalla legge non appaiono sufficienti a garantire la continuità fluviale con il necessario apporto idrico vitale e inoltre alcuni vecchi sbarramenti sono rimasti attivi senza essere stati adeguati alle attuali normative in materia di deflusso ecologico. Inoltre, i lavori in alveo per la costruzione delle centraline o per i vari interventi effettuati negli anni per questioni di sicurezza idraulica hanno messo a dura prova il fiume e i suoi abitanti. Insieme all’assedio delle centraline idroelettriche, continua lungo il Meschio la pratica deleteria di abbattere la vegetazione ripariale, soprattutto ad alto e medio fusto, per ragioni di sicurezza idraulica. Le sponde vengono generalmente rafforzate con massi, dopo aver eradicato le grosse ceppaie sull’unghia arginale che avevano la stessa funzione di protezione delle sponde ma che assolvevano altresì anche ad altre funzioni quali: la fitodepurazione dell’acqua dagli inquinanti civili; la creazione di zone di rifugio per la fauna acquatica e per gli uccelli; l’ombreggiamento del fiume che mantiene bassa la temperatura dell’acqua e la sua ossigenazione favorendo in questo modo la sopravvivenza di specie animali e vegetali maggiormente esigenti in fatto di qualità dell’acqua. Queste pratiche di regimazione fluviale hanno portano il Meschio, in molti tratti anche al di fuori dei centri urbani, ad assomigliare più ad un canale, collettore o scarico, che ad un ambiente complesso, come dovrebbe essere invece un fiume vero e proprio. Dovremmo quindi considerare il fiume Meschio nel suo ruolo di portatore di biodiversità e di corridoio naturale, non solo come risorsa da sfruttare con l’ennesima centralina idroelettrica o come minaccia idraulica in caso di piena”.

 

L’appuntamento è per sabato 25 gennaio alle 14, con il ritrovo presso le scuole di via Pontavai a Vittorio Veneto.

 



Leggi altre notizie di Vittorio Veneto
vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×