Beata Giuliana di Collalto, otto secoli fa moriva la protettrice di chi soffre di emicrania
Era nata nel castello di Collalto, luogo di storia e leggende tra i più affascinanti della provincia
| Clara Milanese |
SUSEGANA – Era il 1° settembre 1262 quando nell’isola della Giudecca moriva Beata Giuliana di Collalto.
Molti di voi potrebbero non conoscerla, ma Giuliana è “una di noi”: nata attorno al 1186 nel castello di Collalto, la Beata era figlia del conte Rambaldo VI di Collalto ed è passata alla storia per aver dato vita al monastero femminile benedettino dei Santi Biagio e Cataldo.
Secondo quanto si può apprendere dalle antiche fonti giunte fino a noi, dopo aver passato due terzi della sua vita in convento, Giuliana fu mandata alla Giudecca per fondare un nuovo monastero e, divenuta la prima badessa del suddetto, divenne ben presto celebre per i suoi miracoli. La leggenda narra infatti che la Beata sia riuscita a guarire il braccio rotto di una consorella e anche a sciogliere le catene di una prigione per liberare un innocente che l’aveva pregata di intercedere per riavere la libertà.
A garantirle la nomea di taumaturga, inoltre, la sua soggezione alle emicranie: si racconta infatti che, specie negli ultimi anni della sua vita, Giuliana soffrisse di terribili mal di testa e questo le valse il titolo di protettrice di chi soffre di questa infermità.
L’antica dimora che le diede i natali, protagonista di altre storie e leggende, è ancora uno dei più affascinanti e celebri punti d’interesse dei nostri colli, con la sua storia apparentemente millenaria. Secondo alcuni ritrovamenti archeologici, infatti, dove oggi sorgono le rovine del castello di Collalto, nella preistoria ci sarebbero stati dei villaggi già ben organizzati.
Molto probabilmente i primi a fortificare il colle furono però i Longobardi, mentre la prima costruzione di un solido castello, ad uso militare, risale alla prima metà del XII secolo.
Da lì la nobiltà dei Collalto si distinse dominando la scena militare dell'alta marca trevigiana del XIII secolo e dando lustro alla tenuta fino all’Ottocento, secolo in cui inizierà il declino della fortezza, di cui oggi rimangono solamente antiche rovine.