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19 aprile 2024

Treviso

BENZINAI: PROBABILI 7 GIORNI DI SCIOPERO

Gestori sul piede di guerra dopo l’ipotesi di liberalizzazione del settore.

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

BENZINAI: PROBABILI 7 GIORNI DI SCIOPERO

TREVISO - Nel clima di crisi e scioperi delle ultime settimane nel nostro paese emerge la protesta dei benzinai che minacciano uno sciopero di ben sette giorni contro le ipotesi di liberalizzazione del settore contenute nella bozza del governo Monti.

La Figisc, Federazione italiana che riunisce i benzinai della rete ordinaria, e Anisa Confcommercio che associa i gestori dei distributori autostradali, hanno emesso un comunicato in cui annunciano uno sciopero nazionale che prevede sette giornate di chiusura degli impianti per protestare contro la situazione andatasi a maturare nei giorni scorsi. Date e le modalità devono ancora essere decise, anche alla luce dei provvedimenti che il governo assumerà nel prossimo Consiglio dei ministri.

«Noi gestori siamo sull’orlo del baratro – ci racconta Massimo Scopel (in foto) giovane gestore di un distributore alle porte del centro di Treviso – costretti a chiudere, questa è la conseguenza della politica che vuole attuare il governo. Come appartenente alla categoria aderirò sicuramente allo sciopero».

 La scelta di intervenire sull’esclusiva di fornitura nella rete carburanti – avvertono Figisc e Anisa – non produrrà alcun effetto sui prezzi, ma otterrà il risultato di far espellere i gestori dalla rete alla scadenza dei loro contratti e di far rendere loro dalle aziende petrolifere e dai retisti convenzionati la vita ancor più impossibile fin da subito.

«L'attacco contro i gestori non si può giustificare con l'obiettivo di calmierare i prezzi dei carburanti - spiega il presidente nazionale della Figisc Luca Squeri - da un anno a questa parte la responsabilità dell'aumento del prezzo della benzina è dovuta per l'80% all'aumento delle imposte deciso con le reiterate manovre sulle accise, mentre l'aumento della materia prima ha inciso per il 20%. I costi di distribuzione pesano sul prezzo finale circa per meno del 10% e poco più del 2% lo percepisce il gestore, qualunque sia il prezzo del prodotto, contro una quota di imposte che vale il 60% del prezzo della benzina».

«Dal 2008 il settore è in caduta libera – racconta Federico Pizzato, storico gestore di Treviso che ha portato avanti l’attività del padre – non ho mai visto una situazione come questa di non ritorno – afferma Pizzato che gestisce l’area di servizio dal 1973. Devono abbassare le imposte che sfiorano il 70%, non abbiamo sicurezze dalle compagnie, sulla torta sono aumentati solo gli spicchi delle imposte e delle compagnie petrolifere, la nostra fetta è sempre più piccola. E’ l’inizio della fine della categoria»

La situazione sembra essere complicata e forti i malumori nella categoria. Le difficoltà che il settore sta affrontando hanno penalizzato sia i consumatori, che devono fare i conti con prezzi sempre più alti che non accennano a scendere, sia gli stessi gestori degli impianti alle prese con mille difficoltà e che vedono, nelle proposte avanzate dal Governo, una minaccia sensibile al futuro di tutta la loro categoria.

«Invece di permettere la vendita di giornali e tabacchi presso le nostre aree di servizio, magari a discapito di altri esercenti, dovrebbero pensare alla pericolosa manovra che vogliono attuare – sottolinea Sonia Forcolin, gestore col marito Stefano Forcolin di un impianto. Con la liberalizzazione le compagnie petrolifere di riferimento troveranno comunque un modo per vincolarci, e a quel punto a rimetterci saremo noi gestori. – spiega Stefano Forcolin (in foto) – E' l'ennesimo colpo basso per la categoria che già soffre. Oggi la gente mi chiede 5-10 euro di benzina, perchè non può permettersi di farne di più. Siamo tutti alle strette. Il governo con questa manovra rischia di far chiudere tanti gestori come noi che ora a malapena sopravvivono».

 


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