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23 aprile 2024

Montebelluna

Botta e risposta sull’ex scuola di Busta a Montebelluna

L’opposizione chiede chiarezza e l’assessore Romeo risponde dopo la verifica odierna

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

ex scuola di Busta

MONTEBELLUNA – Da qualche tempo a Montebelluna non ci si annoia, soprattutto per quanto concerne la sfera politico-amministrativa. Già perché ieri sera in consiglio comunale è stata temporaneamente sospesa la seduta e quindi ritirato un punto all’ordine del giorno per approfondirlo, dopo le perplessità sollevate dall’opposizione. Oggi sulla questione inerente all’utilizzo dell’ex scuola di Busta da parte della Cooperativa Noi Group ci sono state prima le esternazioni del gruppo di minoranza L'Alternativa Giusta e poi i chiarimenti da parte dell’assessore Antonio Romeo.

Ma andiamo con ordine. Ecco quanto divulgato quest’oggi da L'Alternativa Giusta: «Ricordate l'ex scuola di Busta, poi "Pastificio Veneto" (attività cessata, foto da Google Maps)? Ieri sera in Consiglio Comunale sono emerse clamorose novità che esigono un immediato chiarimento da parte dell'Amministrazione. Ricapitoliamo la vicenda: nel 2014 il Comune di Montebelluna concede il diritto di superficie dell'ex Scuola di Busta alla Cooperativa NOIGROUP, per installarvi attività di tipo sociale con inserimento di lavoratori svantaggiati. Vi viene insediato il "Pastifico Veneto", che cessa l'attività nel 2019. La cooperativa di recente ha chiesto di trasformare il diritto di superficie in diritto di proprietà, al prezzo di circa 82mila euro. Ieri il Consiglio era chiamato ad approvare tale trasformazione (di fatto un'alienazione di bene pubblico).

COLPO DI SCENA: il nostro consigliere Francesco Bortignon chiede all'Assessore ai servizi sociali, Antonio Romeo (Montebelluna Futura) quali attività sociali si svolgano nell'edificio, ora che è chiuso il Pastificio, e quanti siano i lavoratori svantaggiati impiegati. L?assessore risponde che "NON GLI RISULTANO ATTIVITA' SOCIALI NELL'EDIFICIO" , NE', interrogati gli uffici, "INSERIMENTI DI PERSONE SVANTAGGIATE" montebellunesi. Un fatto gravissimo: se così fosse, la concessione decadrebbe immediatamente e l'immobile tornerebbe istantaneamente di proprietà comunale. Un fatto talmente grave che la maggioranza ha chiesto la sospensione dei lavori del Consiglio, e ha poi ritirato la delibera, che verrà discussa in futuro. Abbiamo presentato una interrogazione urgente in merito: va fatta chiarezza immediata sul tipo di attività che si svolge in quell'edificio comunale!».

Di li a breve arriva quindi il comunicato stampa da parte della Municipalità, per chiarire la situazione: «In merito alle recenti esternazioni rese note dal gruppo consigliare l’Alternativa Giusta riguardo alla gestione e alla richiesta avanzata dalla cooperativa NOIGROUP di trasformare il diritto di superficie presso l’ex scuola di Busta sfruttando il diritto di prelazione per l’acquisizione della proprietà l’assessore ai servizi sociali, Antonio Romeo spiega: “La delibera presentata in consiglio comunale ieri sera riguarda puri aspetti patrimoniali tali per cui la cooperativa NOIGROUP ha tutto il diritto di avanzare la richiesta di sfruttare il diritto di prelazione nell’acquisizione dell’immobile stante quanto sottoscritto nel contratto risalente al 2014. Diverso è invece l’aspetto gestionale dello spazio per cui, trattandosi di una cooperativa di tipo B, essa è tenuta ad inserire nel proprio organico anche persone svantaggiate.

Da una verifica puntuale eseguita nella giornata di oggi risulta che nella struttura che si occupa di servizi per le aziende sono impiegate 35 persone di cui 8 svantaggiate per cui nulla osta al proseguo dell’attività da parte della cooperativa. Rispetto agli attuali inserimenti citati non c’è nessuno specifico dovere a doverlo comunicare al Comune da parte della cooperativa né tanto meno esiste un obbligo contrattuale a portare avanti progetti di inserimento con i Servizi sociali che possono svilupparsi in maniera sporadica, come del resto avviene con altre cooperative dello stesso tipo che operano nel territorio. Similmente il Comune non è tenuto a verificare periodicamente questo aspetto: è come se di tanto in tanto il Comune decidesse di chiedere quali tipologie di persone sono impiegate nelle cooperative che operano nei locali o immobili di proprietà comunale concessi in uso. Pertanto, la delibera cautelativamente sospesa nella seduta di ieri, sarà riproposta quanto prima”».

 



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Ingrid Feltrin Jefwa

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