Bottura è davvero il migliore?

A proposito di cuochi: anche la ristorazione trevigiana può contare su chef eccellenti. Alcuni esempi

| Gianandrea Rorato |

Gianandrea Rorato | commenti |

TREVISO - Una classifica dei migliori ristoranti del mondo vede quest’anno al primo posto l’Osteria Francescana di Modena, del cuoco Massimo Bottura, sicuramente un cuoco serio, preparato, intelligente e creativo.

Si tratta comunque di un riconoscimento organizzato da un fornitore della ristorazione internazionale, la svizzera Nestlè e gli interessi in palio sono molti e lo stesso succede quando ci si inoltra nel ginepraio delle Stelle Michelin. Nessun dubbio, lo ripeto, sull’eccellenza del ristorante di Modena e del suo cuoco (spesso in giro in Italia e all’estero), ma qualche dubbio non è cancellabile. Innanzi tutto, anche nei livelli alti, è sempre vero che rende di più in conoscenza e appetibilità la pubblicità che la bontà dei piatti, poi serve essere nella cordata giusta e il gioco è fatto.

In questo caso non mi riferisco al grande Bottura, ma ci sono in giro immeritate stelle Michelin, frutto di giuste appartenenze, indipendentemente dalla validità della cucina. Capita, nulla di grave, né si può pretendere che la manciata di ispettori Michelin visitino ogni anno i ristoranti censiti dalla guida rossa. È semplicemente impossibile.

Le Eccellenze trevigiane

Anche nel Trevigiano ci sono ottimi ristoranti, alcuni dei quali stellati. Il ristorante Gellius a Oderzo – chef-patron Alessandro Breda (nella foto sotto) – è, per unanime convinzione, di altissima qualità, sia per il luogo storico, ricco di fascino, che per una cucina eccellente di livello internazionale.

E ugualmente stellati sono il Ristorante La Corte a Follina con lo chef Donato Episcopo, già allievo del grande Heinz Beck; poi c’è La Feva a Castelfranco Veneto, con lo chef Nicola Dinato e ancora La Vineria a Treviso con lo chef Francesco Brutto che si divide tra Vineria e Venissa.

Credo poi doveroso dover aggiungere altri ristoranti, come Le Marcandole a Salgareda, dei fratelli Roberta e Alessandro Rorato, uno dei migliori per la cucina di pesce, e non solo nel Trevigiano e poi Casa Brusada a Crocetta del Montello di Marco Pincin, cresciuto professionalmente molto in questi ultimi anni, a Motta di Livenza c’è L’Evì di Barbara Bertacco e Luigi Prudente, immerso nel verde della campagna, a Ponzano c’è La Vigna del Relais Monaco (in apertura la foto della sala), chef Domenico Longo.

Ce ne sono ancora di ottimi ristoranti, poiché da un po’ di tempo la Marca Trevigiana, venute meno le tavolate storiche con il Radicchio di Treviso, il Cocofungo, con asparagi ed erbe di primavera, sta tornando agli antichi splendori, grazie a tanti bravi cuochi che puntano decisamente sulla qualità della materia prima più che sulla spettacolarità delle preparazioni.

Le componenti del successo

Credo si sia capito che essere bravi chef, avere bei locali, ricche cantine e servizio di solida professionalità non basta per entrare ai primi posti nella lista The World's 50 Best Restaurans dove il vincitore, Massimo Bottura è seguito da Enrico Crippa (20°) al Piazza Duomo di Alba; Massimiliano Alajmo, chef de Le Calandre a Rubano di Padova (23°) e Nico Romito del Reale di Castel di Sangro (36°). Ci vuole un grande marketing, uno stuolo di giornalisti al seguito; fornitori importanti e influenti e ciò senza nulla togliere alla straordinaria personalità del vincitore e al suo generoso impegno nei Refettori per i poveri, un esempio per tutti i ristoratori di gran successo.

Giampiero Rorato
 

 



Gianandrea Rorato

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