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28 marzo 2024

Esteri

Brexit, braccio di ferro Londra-Bruxelles

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Brexit, braccio di ferro Londra-Bruxelles

Braccio di ferro sulla Brexit. Theresa May ha detto che il governo andrà a Bruxelles per ottenere modifiche all'accordo siglato a novembre. La Ue, attraverso un portavoce del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha detto no.

Alle votazioni per i vari emendamenti, infatti, la Camera dei Comuni ha respinto con 321 voti contrari e 298 favorevoli quello presentato dalla deputata laburista Yvette Cooper per scongiurare la possibilità di 'no deal Brexit'. L'emendamento, in pratica, avrebbe imposto alla premier di prorogare l'Articolo 50, di fatto rinviando oltre la data del 29 marzo l'uscita dalla Ue, nel caso il governo non fosse stato in grado di fare approvare un accordo entro il 26 febbraio.

Alla Camera dei Comuni c'è ora una maggioranza per l'uscita dalla Ue con un accordo, ha detto la premier May, prendendo la parola dopo le votazioni sui vari emendamenti presentati dai banchi della maggioranza e da quelli dell'opposizione. Il governo, ha detto, andrà a Bruxelles per ottenere modifiche all'accordo siglato a novembre, in particolare riguardo alla clausola del backstop per il confine nordirlandese. Il negoziato con la Ue "non sarà facile", ha aggiunto, ma il Parlamento ha espresso chiaramente quali sono le condizioni per approvare un accordo di uscita. Allo stesso tempo, ha detto, ha ribadito che non intende procedere con una Brexit senza accordo.

L'UE - Ma l'Unione europea non riaprirà i negoziati con Londra per modificare l'accordo per la Brexit. Lo ha riferito un portavoce del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Il backstop è parte dell'accordo di recesso e l'accordo di recesso non può essere rinegoziato" ha detto il portavoce. Se da parte britannica dovesse giungere una "richiesta motivata" per una proroga dell'Articolo 50, "la Ue è pronta a considerarla e a decidere all'unanimità", ha aggiunto. Nel frattempo, "proseguono i preparativi per qualsiasi esito, compreso uno scenario 'no deal'".

Per la clausola del backstop per il confine nordirlandese, a Westminster è stato approvato l'emendamento di Graham Brady, presidente del gruppo parlamentare conservatore, che chiede al governo di sostituire con "misure alternative" e garantisce l'accordo negoziato con la Ue, a patto che siano apportate queste modifiche. L'emendamento aveva il sostegno della premier: è stato approvato con 317 voti favorevoli e 301 contrari e aveva ricevuto il via libera anche dal gruppo degli euroscettici conservatori, i 'brexiteer' che si riconoscono nell'European Research Group, guidato da Jacob Rees-Mogg, e dagli unionisti nordirlandesi del Democratic Unionist Party.

 


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