Pieve di Soligo – Entra in consiglio comunale la questione della rivoluzione viabilistica del centro pievigino: la trasformazione di via Busolli in nuovo asse viario di collegamento con Barbisano è diventata oggetto di un’interrogazione del gruppo di minoranza “Civica Insieme”.

“L’attuazione della provvedimento contemplerebbe una serie di lavori e di interventi che recano disagio agli abitanti della zona senza portare significativi benefici alla comunità in generale”, fa notare il capogruppo di Civica Insieme, Gianfranco Sech (nella foto).

L’esito finale del progettato nuovo nodo di viabilità da e per Barbisano sarabbe “inadeguato ad affrontare i problemi di mobilità che si vorrebbero risolvere” sostiene infatti l’opposizione.

^{Sopra: l'accesso a via Busolli, ora strada a vicolo cieco}

Ma non è solo l’effetto dei lavori progettati che lascia perplessa la minoranza: ci sono dubbi anche sul metodo utilizzato per deliberare tale intervento viario e sui vantaggi di alcuni privati coinvolti. “Andrebbe chiarito  - afferma Sech - il ruolo di alcuni privati che appaiono – ed anche taluni che sembrano non apparire - attori e o beneficiari in questa vicenda”.
 
“Civica Insieme” chiede, infatti, se l’iter decisionale non abbia avuto un’accelerazione improvvisa proprio alla vigilia delle elezioni: esattamente il giorno prima del voto, il 5 giugno, la giunta uscente deliberò in modo conclusivo al riguardo su una proposta protocollata solo 2 ore prima.

Da chiarire anche se il privato che acquista il “brolo della parrocchia” non acquisti ad un valore eccessivo e veda conseguentemente  premiata la sua azione attraverso il riconoscimento in altra area di un volume di edificabilità esagerato e con pochi spazi riservati al pubblico.

“E’ vero – chiede ancora “Civica Insieme” - che ad altro privato nella stessa area era stato negato un intervento con volumi e impatto molto inferiori? E’ vero che altri privati, proprietari di immobili insistenti in quell’area, ricevono enormi benefici dall’operazione senza concorrere in nessun modo e senza versare un opportuno contributo per il comune?”
 
Sech chiede quindi senza mezzi termini alla Giunta Sforza di “azzerare (o quantomeno rivedere) tale intervento e studiare una soluzione più adeguata”.