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29 marzo 2024

Nord-Est

Cambia la geografia del Veneto. Dopo Sappada anche Cortina pronta a lasciare

Sono 7 i comuni pronti ad uscire dal Veneto

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sappada cortina friuli

SAPPADA - Il Veneto da ieri ha un comune in meno. Il Friuli Venezia Giulia uno in più. E' Sappada, fino ad oggi provincia di Belluno, che diventerà il primo municipio italiano a staccarsi da una Regione a statuto ordinario per approdare armi e bagagli ad una a statuto speciale. Finora era successo solo ad un gruppo di 7 Comuni della Valmarecchia (legge votata nel luglio 2009) passare da una Regione ad un'altra.

 

Ma era un 'cambio' alla pari: dalle Marche all'Emilia Romagna, entrambe a statuto ordinario. Sappada ha dovuto aspettare quasi 10 anni dal referendum del 2008, e un po' di melina-politica nelle ultime settimane, che ha fatto slittare il voto. Ieri è arrivato il Sì definitivo dell'aula della Camera, che ha approvato la proposta di legge con 257 voti a favore, 20 contrari e 74 astenuti.

 

Ad astenersi sono stati i deputati di Fi, Direzione Italia e Mdp. Il comune montano posto all'estremo confine nordorientale del Veneto aveva celebrato con una valanga di Sì la consultazione popolare pro-Friuli del 2008. Questioni storiche, culturali, si è sempre detto. Il paese è un'isola linguistica friulana in territorio bellunese; il dialetto, i riferimenti scolastici, lavorativi, sanitari, fanno riferimento al Friuli.

 

C'è però anche l'aspetto economico, perchè nel turismo - vero motore di Sappada - è difficile reggere la concorrenza della vicina Regione a statuto speciale. Il rush finale a Montecitorio si è celebrato dopo che il Consiglio regionale Veneto, sostenuto dai deputati veneti del Pd, aveva tentato lo 'sgambetto' finale. Mandando una lettera alla presidente Laura Boldrini per sollevare un vizio di forma; la mancanza del parere formale dell'assemblea (che aveva votato solo una mozione), previsto dall'art. 132 della Costituzione.

 

Rilievo respinto dal relatore, e presidente della Commissione Affari Costituzionali, Andrea Mazziotti, secondo il quale la procedura era stata perfettamente rispettata, e andava considerato valido il voto di una mozione espresso dal Consiglio veneto nel 2012. L'Aula ha respinto un'ultima questione sospensiva, presentata da Domenico Menorello (Ci), e si è passati al voto, che ha dato ragione a Sappada-friulana.

 

Esito criticato da Forza Italia, che con Renato Brunetta e Paolo Sisto ha evidenziato "la brutta pagina di storia democratica del Paese di cui si è reso protagonista il Parlamento italiano". Spaccati, anche su Sappada, gli esponenti Dem, a seconda della regione di riferimento: i deputati veneti Simonetta Rubinato e Roger De Menech contrari al distacco (non la senatrice trevigiana Laura Puppato); i friulani Laura Fasiolo, Giorgio Zanin e l'europarlamentare Isabella de Monte a favore, felici di ricevere il nuovo Comune.

 

Su fronti ovviamente opposti anche i due governatori, Debora Serracchiani, e Luca Zaia. Per la presidente Pd del Friuli "il voto della Camera è un atto di giustizia reso alla comunità di Sappada. Confido che da qui in avanti il clima sarà molto più sereno e saranno archiviate polemiche e contrapposizioni". Per Zaia, impegnato nel negoziato per l'autonomia della Regione, "Roma continua a banalizzare, pensando che la cura, che sarebbe l'autonomia, si possa sostituire con amputazioni ad hoc".

 

Per il governatore leghista lo Stato dovrebbe invece riconoscere "che quella veneta è una questione cruciale". E mentre a Sappada iniziavano i caroselli di auto per brindare al successo, il sindaco Manuel Piller Hoffer cercava di mantenere il sangue freddo: "Se siamo contenti di diventare più ricchi? Calma, vediamo. Il Friuli Venezia Giulia è una cosa, l'autonomia del Trentino Alto Adige è un'altra". Sono sette i comuni che, nel tempo, hanno chiesto con un referendum di staccarsi: Lamon, Sovramonte, Voltago Agordino, Taibon Agordino, Colle Santa Lucia, Livinallongo e Cortina d’Ampezzo.

 



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