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14 maggio 2025

Cronaca

Cannabis light, l'allarme di Masolo e Zanoni: “Tante aziende, composte soprattutto da giovani, rischiano di chiudere”

“Comparto sacrificato su basi antiscientifiche. Chiediamo lo stralcio del divieto in sede di conversione del decreto-legge”

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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Cannabis light

VENETO – Con l'approvazione del Decreto legge Sicurezza, il Governo ha introdotto il divieto della cannabis light, suscitando preoccupazioni tra gli operatori del settore e in ambito politico. A intervenire sulla questione sono i consiglieri regionali Renzo Masolo e Andrea Zanoni di Europa Verde, che chiedono l’eliminazione del divieto in fase di conversione del decreto. Secondo i due esponenti del gruppo consiliare, la scelta dell’esecutivo rischia di compromettere gravemente un comparto produttivo che, solo in Veneto, genera un valore superiore ai 30 milioni di euro all’anno. “Il Governo, adottando il Decreto legge Sicurezza, ha compiuto un atto di forza per uscire da un impasse che durava mesi, ha pugnalato un settore, quello della coltivazione della canapa sativa L., già sottoposto norme particolarmente rigide, che produce innanzitutto medicali ma non solo, per un valore di oltre 30 milioni di euro all’anno nel solo Veneto”, affermano Masolo e Zanoni.

 

Europa Verde evidenzia come le recenti scelte politiche siano guidate da logiche ideologiche e prive di considerazioni economiche e sociali più ampie. “È sotto gli occhi di tutti, come sta avvenendo in materia di dazi, le scelte politiche prese di pancia, secondo attese puramente ideologiche, hanno ripercussioni enormi anche dal punto di vista economico”. Masolo e Zanoni richiamano inoltre il sostegno che la Regione Veneto ha espresso in passato nei confronti del settore e chiedono un passo concreto da parte del Consiglio regionale. “Come Europa Verde, da tempo evidenziamo le continue incursioni di questo Governo per mettere in difficoltà un settore che la stessa regione del Veneto, con una propria legge, ha sostenuto e che dovrebbe continuare a sostenere, opponendosi a manovre che con la sicurezza e la salute pubblica hanno veramente poco a che fare”.

 

Nel frattempo, a livello europeo si registra un'iniziativa a sostegno del comparto: “Ricordiamo inoltre che lo scorso 17 marzo, la Commissione Petizioni (PETI) del Parlamento Europeo ha deciso di inviare una lettera di reclamo al governo italiano in merito alla petizione n. 1144/2024: la petizione denuncia le restrizioni imposte dal governo Meloni sulla coltivazione e il commercio del CBD, ritenute in violazione delle normative europee”. I consiglieri accolgono con favore l'iniziativa della CIA Veneto, che ha indirizzato una comunicazione all’assessore regionale Caner, e auspicano che la risoluzione proposta da Europa Verde venga calendarizzata al più presto in Consiglio regionale. “Le tante aziende, composte soprattutto da giovani, che operano nel settore rischiano di chiudere i battenti in breve tempo. Tutto questo non avrà solo ripercussioni economiche, ma anche in termini di sicurezza, considerato che il Governo considera come stupefacente una sostanza che non ha alcuna efficacia drogante, aprendo una breccia a favore del mercato nero”, concludono Masolo e Zanoni.
 


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