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23 aprile 2024

Treviso

Carenza di medici di base, pensionamenti e precarietà: nella Marca persi 185 medici in 10 anni

L'allarme del sindacato Cgil di Treviso: "Emergono criticità rispetto all’accesso alle cure"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

medici di famiglia

TREVISO - “La sofferenza nel reperimento di medici di medicina generale e l’inconsistenza delle soluzioni prefigurate dall’azienda sanitaria minano alla base l’assistenza sul territorio”.

Questa la posizione del sindacato del pensionati Cgil Treviso alla luce dell’analisi elaborata dall’Ufficio Studio Dipartimento di Contrattazione Sociale sulla medicina di base . Secondo l’analisi presentata dalla ricercatrice sociale Anna Rita Contessotto, in dieci anni, dal 2011 al 2021, sono venuti a mancare nell’Ulss2 185 medici di medicina generale, passando dai 696 del 2011 ai 511 attualmente in attività con un calo del 35%.

“Dal punto di vista anagrafico l’età media dei medici di medicina generale è di 52 anni, ciò significa che in termini di programmazione dell’assistenza, nella situazione attuale vi sono all’incirca, mediamente, 10 anni di attività, prima della pensione”, sottolinea la ricercatrice. Analizzando poi i distretti del territorio trevigiano emerge che la media di assistiti per medico è di 1483, erano 1259 nel 2011, con un aumento per ciascun medico di 541 pazienti.

Proprio per fronteggiare i nuovi pensionamenti e la carenza di medici sul territorio, la Conferenza dei sindaci dell'Ulss 2, riunitasi la settimana scorsa, ha chiesto di aumentare i massimali dei medici portando a 1.800 gli assistiti per ogni medico. Una decisione criticata dal sindacato.
“Una scelta che ci lascia basiti. In una provincia come Treviso, dove un quarto dei residenti è ultra 65enne, con concentrazioni di ottuagenari del 15% in certe zone della Pedemonatana, è inquietante che la conferenza dei sindaci non abbia niente da obiettare a fronte del depauperamento dei servizi a scapito dei cittadini che vivono in zone più svantaggiate"; sottolinea il segretario veneto Spi Cgil Renato Bressan.  "L'aumento dei massimali da 1.500 a .1800 utenti porterà ad una ulteriore riduzione dei tempi dell'assistenza".

Non va meglio sul fronte della medicina di continuità ( guardie mediche) e la medicina di gruppo. “Nel territorio dell’Ulss2 sono presenti 14 sedi di continuità assistenziale e ben il 90 % del personale è provvisorio. A fronte di 148 medici impiegati,134 sono precari e solo 14 titolari”, evidenzia la ricerca.

“Così come solo 14% dei medici lavora ad oggi nelle medicine di gruppo integrate, contro le previsioni che nel 2018 indicavano almeno il 60% dei medici impiegati in una forma associativa”.

“Ancora una volta la mancanza di personale deriva da una mancata programmazione che si riflette sui pazienti rispetto all’accesso alle cure, ai tempi riservati all’assistenza, soprattutto se viene aumentato ulteriormente il numero dei pazienti per medico curante”, aggiunge Marta Casarin della segretaria generale della Fp Cgil Treviso. “Inoltre, il rischio disparità nell’assistenza è molto elevato nel momento in cui l’organizzazione della medicina territoriale, rispetto alle cure primarie, presenta differenze”. "Bisogna rivedere il sistema: i medici di base entrino dentro la rete territoriale e sotto l’ala del servizio sanitario nazionale".

 


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