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19 aprile 2024

Treviso

Carenza medici di base nella Marca: nel 2022 altri 11 in pensione, oltre 16mila assistiti senza medico

In undici anni persi 206 medici di famiglia e l'età media della categoria è sempre più alta

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

medici di base Treviso

TREVISO - Pensionamenti, scarso turnover, problemi a reperire sostituti, difficoltà nell’attivare le medicine di gruppo e a gestire il numero di assistiti per medico. La provincia di Treviso sta vivendo un periodo preoccupante per quanto riguarda la carenza di medici di medicina generale. Solo nel 2022 saranno 11 i medici di famiglia che andranno in pensione, che significa oltre 16mila persone costrette a trovare un sostituto. In totale, considerano le zone carenti, soprattutto quella del vittoriese e del coneglianese, si conta la mancanza di 41 medici di base e dunque circa 62mila persone che rischiano di rimanere scoperte.

L’analisi presentata oggi dal sindacato pensionati Cgil di Treviso e condotta da Anna Rita Contessotto del Centro Studi Spi Cgi, mette in luce come negli ultimi dieci anni ci sia stata una progressiva e strutturale riduzione dei medici. “Oggi nella Marca abbiamo 490 medici di medicina generale, ben 206 in meno rispetto al 2011, pari al 43% in meno in undici anni - spiega Contessotto - Ma il bacino degli assistiti è calato solo del 14%, dunque una drastica e costante riduzione dei medici che non copre il numero di assistiti”.

L’altra annosa questione è l’età media della categoria, sempre più anziana: cinquantadue anni l’età media dei medici di famiglia, ma più della metà ha 60 anni e circa una trentina i medici con più di 67 anni che potrebbero andare in pensione da un giorno all’altro.

Due le ipotesi emerse ieri al tavolo tra Spi Cgil, Ulss2 e Regione Veneto per cercare di colmare il gap generazionale: "incentivare i consorzi di medici e rivedere le modalità di ingresso alla professione, dando più pazienti agli studenti della Scuola di formazione in medicina generale. L’Ulss2, inoltre, sta cercando di incentivare l’aumento dei massimali da 1.500 a 1.800 pazienti per medico con un benefit economico da parte della regione, ma ad oggi solo il 10% ha dato disponibilità. “Per colmare i vuoti urgenti che mettono in difficoltà i pazienti rispetto all’accesso alla cure è necessario incrementare le medicine di gruppo, fornendo un sostengo strutturale e non temporale al medico, di tipo amministrativo e infermieristico, così come fatto già in altre regioni - spiega il direttore dei Servizi Sociali dell’Ulss2 Roberto Rigoli- . In questo modo il medico viene sgravato dalle incombenze burocratiche e può concentrarsi sull’aspetto clinico del paziente”.

 


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Isabella Loschi

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