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19 aprile 2024

Treviso

CASSAINTEGRAZIONE RADDOPPIATA E LICENZIAMENTI. MA IL 2009 SARA' PEGGIO

Ad oggi sono già 5mila i dipendenti in cassa integrazione in Provincia

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CASSAINTEGRAZIONE RADDOPPIATA E LICENZIAMENTI. MA IL 2009 SARA' PEGGIO

Treviso - Il peggio deve ancora venire. I licenziamenti e la cassa integrazione che hanno colpito un po’ ovunque nella provincia di Treviso sono solo un assaggio di quello che potrebbe portare il 2009. Se il 2008 è stato un anno di recessione, dovuto ad una crisi di domanda interna, sarà solo da gennaio che la crisi internazionale farà davvero sentire i suoi effetti.

Tra settembre e ottobre le aziende venete quotate in borsa hanno perso  6 miliardi di euro: sono miliardi “bruciati” che non potranno essere reinvestiti nelle spa nei prossimi mesi.

“C’erano da tempo segnali che il 2008 sarebbe stato a crescita zero – spiega Franco Lorenzon, segretario della CISL Treviso - ma gli effetti della crisi economica internazionale colpiranno la Provincia di Treviso dall’anno prossimo.”
“Nella Marca il ricorso alla cassa integrazione è aumentato del 50% rispetto all’anno scorso, con circa 5000 cassaintegrati a novembre - prosegue Lorenzon - Ma si è pur sempre trattato in quasi tutti i casi di cassa integrazione ordinaria, che prevede cioè un rientro al lavoro. La nostra sensazione è che dopo Natale, invece, le situazioni che ora sono in attesa avranno un'evoluzione negativa”.

I settori maggiormente colpiti sono il metalmeccanico, concentrato a Conegliano e Castelfranco, il tessile, che ha il suo cuore a Montebelluna, e l’edilizia. Hanno retto meglio il settore alimentare e il distretto del legno, nella Sinistra Piave. “I mobilifici hanno risentito meno della crisi ma sono ormai “in riserva”, commenta il segretario generale della CISL.

Una possibilità per uscire dal periodo nero per l'occupazione? Sostenere il consumo e aiutare le fasce di reddito più deboli, riducendo la pressione fiscale su di loro. Ad innescare la crisi è stata infatti proprio la contraizone della domanda interna.

"Anche la Provincia può fare la sua parte - aggiunge Lorenzon - facendosi garante presso le grosse banche locali perché non riducano il credito alle aziende e mantengano tassi accettabili per i mutui. Non solo: la Provincia deve monitorare costantemente la situazione e aiutare i lavoratori più svantaggiati (donne, immigrati e over 50) offrendo loro formazione e riqualificazione".

Laura Repossi

 


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