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28 marzo 2024

Montebelluna

Casse di espansione di Ciano. Il sindaco Tormena chiede un incontro con Zaia

Il primo cittadino di Crocetta si fa portavoce dei Comuni lungo il Piave contro la delibera della Giunta regionale che dà avvio al progetto.

| Leonardo Sernagiotto |

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A sx, il sindaco di Crocetta Marinella Tormena

CROCETTA - Ormai si è arrivati al muro contro muro tra Regione e il Comune di Crocetta. Il mese scorso la Giunta regionale del Veneto ha deliberato la “Messa in sicurezza idraulica del medio e basso corso del fiume Piave. Avvio delle procedure per la progettazione degli interventi”. Significa che la Regione dà il via all’iter di progettazione, fino alla cantierabilità, delle casse di espansione nelle Grave di Ciano, un intervento dal costo complessivo di oltre 55 milioni di euro.

La risposta del primo cittadino di Crocetta del Montello, Marianella Tormena, non si è fatta attendere ed esprime la totale contrarietà della comunità contro tale progetto: «La Regione Veneto e l’Autorità di Distretto vogliono cancellare la comunità di Crocetta del Montello e tutte le comunità rivierasche delle Grave di Ciano. Si creerà un’immensa area di decantazione per le piene del Piave che allagherà un terzo di questo Comune e cancellerà completamente il suo ecosistema».

Il progetto prevede infatti la “suddivisione” delle Grave di Ciano in tre enormi bacini di espansione, divisi tra loro da muri in cemento di oltre 8 metri di altezza, con una capacità stimata tra i 30 e i 40 milioni di metri cubi. Il progetto preoccupa diversi comuni rivieraschi del Piave, come Nervesa, Giavera, Montebelluna, etc., che insieme a Crocetta intendono stipulare un “Contratto di fiume”, strumento di programmazione e coordinamento per la gestione delle criticità lungo il Piave, distribuendo interventi mirati ed evitando un eccessivo impatto in alcune aree piuttosto di altre.

A nome anche di tutti i sindaci dell’area, Marianella Tormena chiede un incontro diretto con il presidente Luca Zaia: «Chiediamo urgentemente di potergli parlare perché vogliamo spiegargli l’impatto disastroso di questa decisione sulle nostre comunità».

 


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Leonardo Sernagiotto

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