Castelfranco scende in piazza per il popolo curdo, “Solidarietà alle donne di Rojava che dovranno combattere ancora"
Tante le associazioni che ieri hanno manifestato in centro
CASTELFRANCO - Sit-in di protesta davanti alla torre dell’orologio in centro a Castelfranco, contro l’attacco armato al popolo curdo sabato pomeriggio. L’iniziativa ha visto l’iniziativa di tanti cittadini ma anche di associazioni, tra le quali: l’Anpi, Cittadini e cittadine per la pace, il Pd locale e Non Una Di Meno di Castelfranco Veneto.
“Grazie alle cittadine e ai cittadini che hanno manifestato oggi a Castelfranco per il popolo curdo, contro la violenza e la ferocia di Erdogan – hanno affermato i rappresentanti del Pd. Grazie alle persone del Circolo PD di Castelfranco e della Federazione PD di Treviso che hanno partecipato!”.
“Solidarietà soprattutto alle donne di Rojava che dovranno combattere ancora per difendere i diritti per cui hanno lottato e di cui riportiamo questa frase – hanno affermato le partecipanti di Non Una Di Meno ricordando poi una frase significativa delle combattenti curde -. Non siamo soltanto donne che combattono l’ISIS. Noi lottiamo per cambiare la mentalità della società e mostrare al mondo di cosa siano capaci le donne”.
Mentre, Cittadini e cittadine per la pace hanno ribadito lo slogan: “Ancora una volta contro la guerra e la vendita delle armi”.
L’Anpi ha quindi divulgato una nota: “Viviamo con angoscia queste ore nelle quali si sta minacciosamente aggravando la situazione al confine tra Turchia e Siria, una regione già funestata da una guerra cruenta di molti anni che ha prodotto innumerevoli vittime, soprattutto tra i civili… - queste le richieste formulate -. Chiediamo che si avvii immediatamente una forte e decisa azione diplomatica perché: cessino immediatamente le ostilità e si fermino le manovre di invasione del territorio curdo; si dia mandato senza esitazioni a una delegazione internazionale che garantisca in loco la fine delle ostilità, il rispetto dei confini, il diritto internazionale; si provveda all'invio di soccorsi per eventuali feriti; si apra una sessione di discussione dedicata, tanto nel Parlamento europeo quanto in quello italiano; si chieda che il caso sia messo con urgenza all'ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.